100.000 euro per una doppia magnum di Romanée Conti Grand Cru 1990: è l’aggiudicazione record per un’asta di vino in Italia, con il mito di Borgogna che ha sbancato nell’incanto mandato in scena ieri sera dalla casa piemontese Bolaffi, in un ”evento” dove ha brillato anche quello che è ormai il re italiano indiscusso delle aste enoiche, il Barolo Monfortino di Giacomo Conterno, che, con la sua Riserva 1955, nello storico formato quarto di Brenta (13,05 litri), ha raggiunto i 20.000 euro, davanti, tra i top lot, ad una singola bottiglia ancora di Romanée-Conti Grand Cru 2004, venduta a 15.000 euro.
Highlights di un’asta che testimonia l’attenzione dei collezionisti ai grandi vini d’Italia e di Francia, anche (o soprattutto) in una fase complessa come quella che stiamo vivendo, con le etichette più importanti del mondo che si confermano anche nel loro ruolo di bene rifugio.
Asta chiusa con un risultato totale di 835.000 euro, il 99% dei lotti venduti e oltre 480 partecipanti da tutto il mondo: un vero e proprio “record di entusiasmo” con decine di offerte su ogni singolo lotto che hanno più che raddoppiato le basi d’asta, con i grandi di Piemonte e Toscana, da Bruno Giacosa a Beppe Rinaldi, da Gaja a Pio Cesare, da Tignanello e Solaia di Antinori al Brunello di Montalcino Riserva di Biondi Santi, da Soldera a Montevertine, da Sassicaia a Masseto, per nominarne alcuni, ma con quotazioni e soprattutto rialzi importanti anche per griffe come la sarda Argiolas, con il Turriga, la trentina Ferrari con il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, Tramin con l’Epokale, dall’Alto Adige, Dal Forno e Quintarelli dalla Valpolicella, solo per citare alcuni nomi, che raccontano di un’Italia del grande vino da collezione che sta consolidando uno zoccolo duro di grandi etichette, e che pian piano arricchisce sempre di più il proprio parterre.
A dominare, per, come detto, il super lotto di Romanée Conti: “un lotto introvabile, considerando che il cru più celebre di questo Domaine è molto raro di per sé nel formato normale, e che di doppie magnum in Italia se ne importa una ogni decade. Il 1990 è un’annata particolarmente prestigiosa”, ha commentato l’amministratore delegato Aste Bolaffi, Filippo Bolaffi, che sottolinea anche il “successo in particolare per i vini italiani, con Piemonte e Toscana in testa, le cui quotazioni hanno ormai raggiunto quelle dei vini francesi. Il complicato 2020 per noi di Aste Bolaffi sarà ricordato (anche) come un’ottima annata per le aste dei vini. Mai abbiamo avuto così tanta richiesta come quest’anno, lo dimostra lo straordinario successo delle quattro aste organizzate, due delle quali in pieno lockdown primaverile. Con i ristoranti chiusi e l’isolamento in casa, notiamo che i collezionisti e gli amanti del vino non rinunciano alla loro passione e anzi sembrano coltivarla sempre più, investendo in grandi bottiglie oppure “consolandosi” bevendole”, ha concluso Filippo Bolaffi.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024