L’inizio dell’anno, per il vino europeo, è sempre un momento cruciale, specie se di mezzo ci sono i finanziamenti a misure fondamentali come i fondi Ocm per la promozione sui Paesi Terzi e i diritti di impianto, per cui passa una bella fetta della crescita economica delle imprese del settore. In Italia, a fine anno il Ministero delle Politiche Agricole ha pubblicato la graduatoria provvisoria dei progetti ammessi a finanziamento con le risorse dell’Ocm Vino per la Promozione nei Paesi Terzi, per un totale di 29 milioni di euro di contributo (per 72 milioni di euro di progetti), ed è di qualche giorno fa la pubblicazione del decreto che mette a disposizione dei vignaioli autorizzazioni per 6.964 ettari di nuovi impianti. Parallelamente, anche il principale competitor dell’Italia, la Francia, ha fissato i paletti della propria strategia di crescita, riassunta dai punti chiave del Consiglio “Vin et Cidre” di FranceAgriMer, il braccio operativo del Ministero dell’Agricoltura francese, ente pagatore sia dei sostegni nazionali che europei, ma anche operatore terzo che si occupa di analisi di mercato, studi e previsioni.
Per prima cosa, il Consiglio ha deciso di aumentare dal 50% al 60% il tasso di aiuto pubblico alla misura “Ristrutturazione e riconversione del vigneto”, e dal 50% al 70% alla misura “Promozione dei vini sui mercati di Paesi terzi”. FranceAgriMer ha quindi condiviso gli elementi principali del bando 2021 “Promozione sui mercati dei Paesi terzi”, chiuso il 3 novembre: verranno realizzati progetti per 99,6 milioni di euro, in 39 Paesi target (più degli scorsi anni), per un totale di 700 azioni e 2.800 eventi, coinvolgendo però un numero inferiore di player. Il documento sottolinea inoltre che l’instabilità del budget previsto per la realizzazione del programma di promozione, dovuto ai dazi Usa ed alla crisi sanitaria, è stata attutita dal sostegno pubblico, anche se non tutti i progetti troveranno attuazione. La tipologia di eventi riguarda appuntamenti dedicati al grande pubblico, iniziative media, degustazioni, fiere ma anche format pensati per opinion leader ed importatori, con il mantenimento di alcune iniziative online.
Per l’estensione delle autorizzazioni ai nuovi impianti viticoli, la Direzione Generale per la Performance Economica e Ambientale delle Imprese (Dgpe) del Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari, ha presentato in Consiglio l’estensione automatica dei diritti fino al 3 dicembre 2022. I viticoltori che non intendono avvalersi di tale proroga e rinunciano alle autorizzazioni, possono farlo senza penali, presentando la rinuncia a FranceAgriMer entro il 28 febbraio 2022. I viticoltori che avevano rinunciato alle autorizzazioni del 2017 - prima di tale proroga - possono rinunciare alla rinuncia, mediante comunicazione scritta a FranceAgriMer, sempre entro il 28 febbraio 2022.
FranceAgriMer, inoltre, ha presentato il bilancio del commercio estero del vino francese nei primi nove mesi 2021, che hanno toccato i 10,86 milioni di ettolitri in volume e gli 8 miliardi di euro a valore, in crescita sia sul 2020 che sul 2019, con le importazioni che fanno invece segnare 4,49 milioni di ettolitri e 536 milioni di euro. Il risultato, ad oggi, è una bilancia commerciale in positivo di 7,46 miliardi di euro, il 40% in più del 2020 e il 15% in più del 2019, che segna un recupero importante in questo 2021, riportando le spedizioni enoiche, a valore, ai livelli più alti dal 2005, al culmine di una tendenza di crescita iniziata nel 2009, mentre a volume il dato è in linea con quello degli ultimi 10 anni, con l’eccezione, ovviamente, del 2020. I vini fermi a Do - in volume - rappresentano una quota di mercato del 38%, mentre gli Igp valgono il 25% delle esportazioni, al pari dei “Vins de France”. Lo Champagne, dopo il tonfo del 2020, è arrivato a valere l’8% delle spedizioni. A valore, invece, i vini a Do e lo Champagne, insieme, valgono l’80% delle esportazioni.
Guardando ai diversi mercati, il prezzo medio cresce più nei Paesi Ue che nei Paesi terzi, con la situazione atipica dei Paesi Bassi dove i prezzi medi fanno segnare il +22%, grazie principalmente allo Champagne. In Cina al boom del prezzo medio (+38%) fa da contraltare il crollo dei volumi (-25% sul 2019), iniziato ormai nel 2017. La destinazione principale, per volumi, diventano così gli Stati Uniti, terzo mercato nel 2020 e secondo nel 2019, al vertice anche per valori: 1,57 miliardi di euro nei primi 9 mesi del 2021, pari al 19,69% delle esportazioni di vino francese. Per quanto riguarda le importazioni, invece, il prezzo medio, trattandosi principalmente di vini generici, è decisamente basso: 1,19 euro al litro. Crescono gli spumanti, che arrivano ad una quota di mercato a valore del 19% e a volume dell’8%, specie grazie al Prosecco, che ha spinto la quota di mercato delle bollicine italiane importate nel 2021 al 4%.
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