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La Stampa

De Gustibus Disputandum Est - Le 400 Città del Vin chiudono le porte alle viti transgeniche ... Lo scorso anno, a fine gennaio, Slow Food presentò al Consiglio dei Ministri Europei una raccolta di migliaia di firme per dire no alle viti transgeniche. Produttori, esperti, appassionati ed operatori di tutta Europa vollero sottoscrivere un appello ai nostri governanti, dimostrando che il mondo del vino era fermamente contrario agli Ogm in vigna. Ci chiedevamo che cosa sarebbe successo dopo questa presa di posizione, se il grido d´allarme fosse stato accolto. L´Italia si oppose fermamente in Consiglio e trascinò con sé Germania, Portogallo, Danimarca, Austria e Francia, ottenendo una piccola vittoria: la discussione della direttiva 68/193/CEE, che andava modificata a favore delle viti geneticamente modificate, fu rinviata a data da definirsi perché servivano ulteriori studi e verifiche. In pratica l´argomento scottava troppo: si guadagnò tempo, ma non la certezza di una moratoria alle viti Ogm. Giovedì, dopo che la Spagna - nel suo periodo semestrale di guida dell´Unione - ha riproposto in calendario la modifica alla normativa 68/193/CEE per «colmare un vuoto legislativo» e dopo che «esperti» delle varie nazioni hanno trovato un accordo pro-Ogm, i Ministri dell´Istruzione (che c´entrano con questi temi?) che si trovavano a Bruxelles l´hanno ratificata. Insomma, ci chiedevamo, che ne sarebbe stato delle nostre firme e dovevamo aspettarcelo: rinvio dopo la protesta civile e approvazione quasi «a tradimento» un anno dopo. Dico «a tradimento» perché non c´è stata discussione politica, c´è stata l´approvazione di un comitato tecnico e una rettifica ufficiale che serve a dar validità alle direttive da parte di Ministri dell´istruzione che si trovavano a Bruxelles per altri motivi e con altri incarichi. Il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali Gianni Alemanno ha dichiarato che il voto favorevole è stato espresso da uffici tecnici senza la sua autorizzazione. Ma allora come prende le decisioni l´Unione Europea? Il nostro Ministro dichiara tolleranza zero agli Ogm e dopo neanche due mesi gli fanno piovere tra capo e collo questa decisione. Una direttiva in linea con tutte quelle che l´UE si dà in materia di agricoltura: le scelte vengono sistematicamente fatte senza tenere conto di aspetti tecnici e scientifici messi in evidenza da fior di studiosi e soprattutto vengono snobbati i produttori, cioè i diretti interessati. Non starò qui a ripetermi per l´ennesima volta sull´importanza del principio di precauzione per quanto riguarda l´introduzione sui nostri mercati degli organismi transgenici e dei rischi ambientali che questo comporterebbe, anche perché in materia di viti entrano in gioco molti altri pericoli. Soprattutto rischiano le nostre denominazioni, il prestigio di vitigni e vigneti che stanno dando grande lustro alla nostra enologia. Nasceranno problemi enormi: come si farà a tutelare un vero, storico Nebbiolo da un Nebbiolo Ogm che non sarà la stessa cosa ma, presumibilmente, pretenderà di portare lo stesso nome? A questo punto, vista la «furbata» europea, è necessario che intervengano i Consorzi di Tutela delle Doc e delle Docg e i loro omologhi di tutta Europa perché modifichino subito i loro disciplinari al fine di vietare esplicitamente le viti Ogm. Bisogna che i produttori siano decisamente intolleranti verso le viti transgeniche: dovranno pretendere chiarezza sulla legislazione in fatto di etichette e studiare iniziative autonome per la difesa delle viti «Ogm free». Propongo all´associazione Città del Vino di esigere, per le città aderenti, di vietare gli impianti di viti transgeniche sui loro territori. Infine l´ennesimo appello ai nostri politici: non tornate indietro e mantenete la moratoria sugli Ogm, vigilate perché questi sotterfugi burocratici non smentiscano in quattro e quattr´otto le vostre dichiarazioni d´intenti e soprattutto non mettete in gioco l´ambiente e il vino italiano per fare mossette diplomatiche «europeiste» o, ancora peggio, compiacenti verso Primi Ministri amici come Aznar e Blair.

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