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Italia Oggi

Un pieno di bollicine per l’export italiano ... Oltre 2 miliardi di euro solo per l’export, con una produzione stimata in 262 milioni di bottiglie, contro i 252 del 2005. Questo il biglietto da visita degli spumanti italiani, che da oggi fino a martedì sfileranno al Forum spumanti d’Italia, la principale manifestazione nazionale del settore, che si tiene a Villa dei Cedri a Valdobbiadene (Tv).
Nonostante i trascorsi anni difficili gli spumanti italiani non hanno risentito della crisi di vendite che ha colpito il settore vitivinicolo, salvo sporadiche e momentanee flessioni. A un contenuto incremento dei consumi interni si sono invece affiancati costanti incrementi di export, soprattutto sui mercati inglese e americano. Oltre Atlantico, nel loro in gli spumanti nazionali (Prosecco e Asti in testa) hanno da tempo superato con 27,5 milioni di bottiglie gli Champagne francesi, fermi a 22 milioni e i cugini spagnoli Cava, fermi a 12. Ora, secondo quanto afferma www.winenews.it, il principale portale del vino italiano, si assiste a una densa ripresa anche nei consumi italiani, con predilezione per il Prosecco negli aperitivi e del metodo classico per il tutto pasto. Le ragioni di questo continuo successo soprattutto sui mercati esteri, ha due precise matrici: il continuo miglioramento della qualità abbinato a un moderato incremento dei prezzi e le massicce operazioni di marketing, che i principali consorzi di tutela hanno incrementato negli ultimi anni, unendo le caratteristiche del prodotto alle sue radici nel territorio di origine. Queste tematiche saranno al centro di alcuni dei numerosi convegni che si terranno nell’ambito della manifestazione, con i contributi essenziali dell’osservatorio nazionale sugli spumanti, di associazioni, di consorzi di tutela, enologi e sommelier. Si discuterà anche di etichette e della loro armonizzazione per rendere sempre più chiara la scelta del consumatore. Non secondario il tema della destagionalizzazione del prodotto da consumare. Lo spumante viene infatti ancora visto da troppi consumatori come un prodotto da consumare (spesso in modo sbagliato) durante le feste e le ricorrenze, mentre serve ampliare la destagionalizzazione e l’abbinamento con cibi a tutto pasto.
(arretrato di Italia Oggi del 9 settembre 2006) 

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