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Italia Oggi

L’agro bonus è mini ... Limitato il credito d’imposta all’export. In Cdm il dlgs mercati. Aiuti ai giovani estesi a tutta Italia... Il credito d’imposta per l’internazionalizzazione delle imprese agricole e agroalimentari taglia fuori le grandi imprese agroindustriali. Di più: l’agevolazione non sarà fruibile per coprire le spese in pubblicità sostenute dalle singole imprese per reclamizzare all’estero singoli prodotti.
Certo, il bonus arriverà a coprire fino al 50% delle risorse investito all’estero dalle aziende con la mission di “indurre gli operatori economici o i consumatori all’acquisto di un determinato prodotto agricolo o agroalimentare di qualità”.
Ma non sarà accessibile a tutte le tipologie di impresa. Solo alle pmi. Per l’agroindustria italiana, invece, resterà appena un sentiero stretto per fruire dell’incentivo fiscale. Che dovrà essere erogato loro, nei limiti delle misure previste dal regolamento de minimis (n. 1998/2006/Ce). E non finisce qui. Anche il parco investimenti finanziato attraverso il bonus fiscale sarà ridotto sensibilmente, rispetto a quello disegnato dalla Finanziaria 2007.
Infatti, era stato l’art. 1 della legge 296/2006, commi 1088 e 1089, ad attivare il credito d’imposta per l’internazionalizzazione del made in Italy agroalimentare.
La misura, però, è rimasta incagliata per oltre un anno nei cassetti della commissione europea, sinora bloccata per “non conformità con gli orientamenti comunitari in materia di aiuti di stato”. Ora, dopo un complesso negoziato, Bruxelles ha detto sì allo schema attuativo del regime di aiuti. Ma per convincere l’esecutivo comunitario a sciogliere le riserve, il governo italiano è dovuto scendere a patti, limitando il ventaglio d’azione del bonus.
La correzione di rotta sul credito d’imposta è contenuta in uno schema di dlgs, che domani arriverà sul tavolo del consiglio dei ministri. Il provvedimento, esaminato ieri in sede di preconsiglio, riguarda, più in generale, la modernizzazione e la regolazione dei mercati in campo agricolo.
E interviene anche a sostegno dell’imprenditoria giovanile in agricoltura e su adempimenti previsti per il settore vino dalla legge 164/1992 sulle produzioni a denominazione d’origine e indicazione geografica tipica e dalla legge 82/2006 in materia di produzione vitivinicola.

Giovani. In primis la questione subentro. Il dlgs all’esame di palazzo Chigi cancella il vincolo familiare previsto dall’art. 9 del dlgs 185/2000 per beneficiare dell’incentivo per il subentro alla guida dell’azienda agricola per giovani fino a 35 anni. In secondo luogo, il provvedimento estende a tutti i territori d’Italia la possibilità di beneficiare dei fondi per l’imprenditoria agricola giovanile, per la produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli (titolo I, capo III del dlgs 185/2000). Aiuti finora riservati alle sole aree depresse e svantaggiate del paese.
Vino. Il dlgs prescrive l’attivazione presso il Sian di un fascicolo aziendale informatico per ciascuna azienda imbottigliatrice di vino. In esso confluiranno i dati dell’impresa che contestualmente produce e imbottiglia vino. Per gli imbottigliatori non produttori, invece, sarà costituito un fascicolo aziendale diverso.

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