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Italia Oggi

Fedagri, vendemmia in crescita ... Preoccupano i cali delle esportazioni e dei consumi interni. Le stime della federazione e dei nomi principali dell’enologia italiana: annata simile a quella 2004... Grande ottimismo e attesa per la vendemmia 2008, che sta già cominciando in alcuni territori, italiani. Dalle cantine cooperative di Fedagri-Confcooperative, infatti, si prevede una produzione in crescita (+6,8%) ma con un segnale d’allarme: servono politiche di promozione per rilanciare il consumo interno in continuo calo (-4,6%) e sostenere il commercio internazionale che ha registrato un crollo, in volume, del 7%, a fronte di una crescita in valore del 9%.
Hanno fatto eco all’associazione molti tra i nomi più importanti dell’enologia italiana: l’annata, come riportato dal sito Winenews, presenta numerose somiglianze con il 2004, sia per i tempi di raccolta, decisamente vecchio stile (con il grosso delle operazioni rappresentato dai vitigni tardivi, l’ossatura dei vini italiani, concentrato fra la seconda metà di settembre e la fine di ottobre), sia per le caratteristiche dei vini. Sono invece di segno decisamente opposto rispetto alla raccolta del 2004 le quantità stimate, giudicate di poco superiori a quelle della vendemmia 2007. Naturalmente si tratta per ora di previsioni, legate all’andamento climatico dei prossimi e decisivi 20-30 giorni (le cui proiezioni, fra l’altro, sembrano positive).
Le stime di Fedagri. Sul piano quantitativo quella di quest’anno è una vendemmia positiva, che prevede una raccolta compresa tra 45 e 46 milioni di ettolitri di vino (+6,8% rispetto al 2007), con dei livelli qualitativi di eccellenza in tutte le regioni. Allo stesso tempo, la federazione ha espresso preoccupazione per il calo delle esportazioni in volume (-7%).
“La lettura di questi dati è univoca”, ha commentato il presidente di Fedagri, Paolo Bruni, “all’estero si continua a bere vino italiano, soprattutto quello di alta qualità e di fascia alta. E questo è un aspetto positivo che premia l’impegno dei nostri produttori a puntare da sempre verso la qualità, ma ci troviamo davanti a un dato che fotografa una situazione del tutto nuova, quella per cui a soffrire maggiormente, in questa congiuntura economica sfavorevole a livello globale, saranno soprattutto i prodotti che si collocano nella fascia di prezzo media”. È importante quindi intervenire, secondo Bruni, con politiche di comunicazione e promozione che rilancino il consumo interno e che diano sostegno alla domanda estera. Da non sottovalutare la perdita di terreno in termini di quote di mercato registrata dai principali paesi produttori negli ultimi 25 anni. “Sebbene sia stato superato il livello di 92 milioni di ettolitri quale somma complessiva delle esportazioni di vino nel mondo nel 2007”, ha proseguito Bruni, “e nonostante l’Italia ricopra ancora un ruolo di leader tra i paesi esportatori con una quota di mercato di quasi il 20% a livello mondiale, deve far riflettere che dal 1980 a oggi i maggiori paesi europei esportatori (Italia, Francia, Spagna, Germania e Portogallo) abbiano visto ridurre le proprie quote di mercato in modo sostanziale, dal 75,6 al 61,8%, a fronte di un notevole incremento delle esportazioni dei paesi produttori dell’emisfero sud (Argentina, Cile, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda) e degli Stati Uniti, che hanno aumentato la, propria quota export dall’1,6% del quinquennio 1981/85 al 28% del 2007”.
L’andamento della vendemmia 2008. In alcune aree della Penisola l’alternarsi di piogge, grandinate e forti esposizioni solari ha causato la perdita di parte del raccolto. È il caso di Lombardia (-20%), Piemonte (-15%), Friuli-Venezia Giulia (-10%), Valle d’Aosta (-10%), Umbria (-15%), Campania (-5%) e Sardegna (-20%).
Buoni incrementi di produzione si registreranno in Sicilia (+40%), Marche (+20%), Abruzzo (+25%), Puglia (+12%), Toscana (+10%), Veneto (+5%), Lazio (+5%), Calabria (+5%), Molise (+5%) e Liguria (+2%) a compensazione delle perdite straordinarie registrate dalla passata vendemmia.
Stabili Emilia Romagna, Trentino-Alte Adige e Basilicata, i cui volumi del 2008 saranno in linea con quelli del 2007. A livello aggregato continua il trend negativo della produzione, in calo dal 2001 quando in Italia si producevano ben oltre 52 milioni di ettolitri.
“Si tratta di una contrazione dettata dal continuo miglioramento qualitativo dei nostri vini direttamente nelle vigne”, ha spiegato il presidente di Fedagri, “ma anche dal persistere della riduzione dei consumi domestici che, ancora nel 2007, ha registrato un calo del 4,6% per il consumo rispetto all’anno precedente”.
Più o meno sulla stessa linea i pareri raccolti da Winenews, dal Trentino alla Sicilia.

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