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Italia Oggi

Così cambierà il Prosecco ... Vettorello: la riforma dell’Ocm obbliga al restyling. Il direttore del Consorzio: una nuova Doc per difendere il legame con il territorio... Denominazione dal 1969, la Prosecco Doc Conegliano Valdobbiadene cambia aspetto per rispondere ai pericoli dell’Ocm vino che entrerà in vigore ad agosto. E soprattutto per non correre il rischio di trovarsi a combattere battaglie come quella persa del Tocai. Per questo sarà creata una Docg per la zona storica, quella di Conegliano-Valdobbiane che conta oltre 4.800 ettari di vigneto, e sarà modificato il disciplinare per prevedere la Doc fino a Trieste, dove si trova il paese che porta il nome di Prosecco, e comprendere otto province, Trieste, Gorizia, Udine, Pordenone, Treviso, Belluno, Vicenza, Venezia. Per Giancarlo Vettorello, direttore del Consorzio si tratto della “necessità di mettere regole più chiare su un prodotto che ha grande appeal. Con la Doc sulla produzione vitivinicola di otto province e la Docg sull’area storica, sarà controllato tutto il prodotto; una garanzia al consumatore e un freno alle tante imitazioni all’estero e alle frodi”. Ma non vuole sentire parlare di allargamenti, piuttosto di istituzione di una nuova Doc. “Si tratta di un percorso iniziato nel 2007 e che nel 2008 ha visto l’accordo con la filiera. Quello che vogliamo è mantenere forte l’identità del prodotto con il territorio. Per questo la parte storica, quella dove per tradizione si produce Prosecco, diventerà Docg per tenere conto della storia e della realtà di un luogo e riservare a quel luogo una identità precisa. Per quanto riguarda le altre province, si avrà un rafforzamento dei controlli e delle garanzie con regole stringenti e si passerà da Igt a Doc per la produzione di base”. “Quello che vogliamo”, conclude Vettorello, “è che Prosecco indichi un territorio e non un vitigno”. Che la filiera sia d’accordo con la strada intrapresa, lo conferma Etile Carpenè, presidente della Carpenè Malvolti. “Tutti stanno sfruttando il successo del Prosecco ed è innegabile il bisogno di contenere l’uso della
parola. Non possiamo buttar via il valore del nome Prosecco, appartiene alla storia della viticoltura del Veneto. Per questo è positiva la strada intrapresa dalla Regione Veneto e dal Consorzio. Si tratta di un patrimonio da salvaguardare che produce milioni di bottiglie generando un fatturato miliardario, con le modifiche studiate e messe a punto si riesce a tutelare il vino Prosecco, mantenendo la dicitura che si riferisce non solo al nome del vitigno da cui prende il nome ma anche alla località da cui ha origine. Solo così si può ottenere che altri non possano usare la parola Prosecco”. Di tempi per la realizzazione della nuova Doc parla Gianluca Bisol dell’omonima azienda. “L’obiettivo è che già la prossima vendemmia si faccia con la nuova doc. C’è da fare in fretta, il primo di agosto entra in vigore l’Ocm, ma il ministro Zaia ha promesso tempi supersonici. Ma quello di garantire il nome è solo uno degli aspetti. Obiettivo è garantire la qualità del Prosecco a tutti livello, qualità che non è garantita con Igt. Sarà come immaginare una piramide, alla base ci sarà la Doc, sopra la Docg e al vertice il Superiore di Cartize”. Il Prosecco è una produzione che vale “allo scaffale” circa 370 milioni di euro, con 3.000 viticoltori e 160 cantine.

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