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Italia Oggi

Buona l’annata e di qualità ... C’è più vino (+5%) e i prezzi all’ingrosso vanno giù... Dati 2008 al congresso Assoenologi: consumi in calo, prodotti 44,5 mln di ettolitri... Produzioni di vino in crescita del 5%, ma con alta ‘qualità che però non ha evitato il decremento dei prezzi all’ingrosso, pur se con una crescita in valore del prodotto finito dello 0,8%. Sono i dati del settore enologico italiano, confermati durante il 64° Congresso nazionale di Assoenologi, che si è aperto ieri a Colli del Tronto (AP) fino al 2 giungo. Sono stati prodotti nel 2008 44,5 milioni di ettolitri di vini e mosti con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente. Le regioni del Centro Nord, ad eccezione dell’Emilia Romagna, sono state tutte caratterizzate da un calo, mentre quelle del Centro Sud, ad eccezione della Sardegna, recuperano notevolmente.

Le compravendite delle uve sono state scarse in tutt’Italia con decrementi di prezzo, rispetto al 2007, che in Abruzzo, Puglia e Sicilia hanno superato anche il 20%. Lo stesso dicasi per quelle dei vini che, nonostante la scarsa quantità di prodotto disponibile, hanno spuntano prezzi anche del 20% in meno in diverse regioni del Nord, del Centro e del Sud, non solo per i vini comuni ma anche per quelli di fascia più alta come il Prosecco, che lo scorso anno aveva fatto registrare cifre astronomiche.

Il 2008, evidenzia il rapporto
Assoenologi, sarà ricordata come un’annata eterogenea, ma complessivamente più che buona con diverse punte di ottimo e anche di eccellente, in particolar modo al Centro Nord. Si profila comunque un trend per l’enologia italiana: “Concentrazione delle produzioni”, spiega Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi e presidente del Comitato Vini del ministero delle politiche agricole, “siamo passati dai 0,7 ettari ai 2 ettari ed il trend è di una ulteriore crescita, anche se siamo ancora lontani dalle medie di 7,5 ettari della Francia e dagli oltre 350 di Cile ed Australia. Ciononostante, in 20 anni abbiamo perso circa 500 mila ettari di vigneto, arrivando a 729 mila. Per qualcuno un dramma, per altri un passo in avanti nella convinzione che è inutile produrre quello che il mercato non vuole e assai pericoloso farlo male”. “Sono diminuiti anche i consumi”, prosegue Martelli, “che passano dai 120 litri pro capite degli anni 60 agli 80 degli anni 80 per arrivare, ai 45 attuali”. Secondo Assoenologi il 60% della produzione è di vino rosso ed il 40% bianco: “Torna a
salire il gradimento per i bianchi dice Martelli, “come dimostra la partecipazione al concorso per Vini da Pesce appena concluso di vini prevalentemente bianchi provenienti da tutte le regioni che hanno caratteristiche che incontrano il favore del consumatore”. Tra le prospettive immediate l’apertura di nuovi mercati esteri: “Il 90% dell’export si concentra su 10 mercati come la Germania l’Inghilterra e gli Usa”, dice il Direttore Assoenologi, “ma ci sono forti potenzialità in mercati fin’ora insospettabili, come i paesi scandinavi, il Messico, o il Vietnam che nell’ultimo anno è cresciuto del 20%, o degli Emirati Arabi cresciuti del 120%”. Il business dell’intero settore vitivinicolo è di oltre 13 mld di euro, di cui circa 3 miliardi dati dall’esportazione. A questo si aggiungono almeno altri 2 mld riferiti alla tecnologia di cantina italiana, la più diffusa al mondo. La produzione mondiale di vino, sulla base della media del triennio 2004/2006 (ultimo dato disponibile), è di circa 300 milioni di ettolitri, di cui 170 provengon dai paesi Ue. Il 17% della produzione mondiale ed il 30% di quelli comunitaria “parlano italiano”.

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