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Libero

Prezzi freddi. E gli Usa ci bevono di più ... Il vino italiano si salva dal difficile momento economico grazie all’export, ma non tutto il male vien per nuocere: per Fabrizio Pedrolli, presidente di Vias Import Ltd che distribuisce in Usa più di 400 etichette di alta qualità per oltre 70 cantine (come Damilano, Guerrieri Gonzaga, Bisol, Dal Forno, Argiano, Fattoria del Cerro, La Cerbaiola e Còlpetrone) la crisi, per esempio, ha riequilibrato un mercato importante come quello americano, ridimensionando qualche eccessiva speculazione sui prezzi e premiando chi ha saputo offrire con continuità vini di qualità medioalta a prezzi ragionevoli. E se la vitalità all’estero segnala difficoltà sul mercato interno, per Cesare Turini, ad di Heres, società italiana leader nella distribuzione di vini, “le aziende sanno che il mercato italiano ha un ruolo chiave nel costruire e affermare l’immagine aziendale che poi viene spesa all’estero”. Dove però, per il wine writer inglese, Tim Atkin, la comunicazione del nostro vino “è un disastro, si procede ognun per sé. Regioni come la Toscana sono meglio comunicate di altre, se si guarda al Nobile, al Brunello, al Chianti Classico, ma vorrei vedere molte più iniziative di promozione generale”.

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