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Vito Varvaro

Il vino che può salvare Selinunte … Vito Varvaro, presidente di Cantine Settesoli, spiega l’iniziativa a sostegno del sito archeologico... È possibile mettere d’accordo realtà commerciali, bellezza del territorio e beni culturali? Si possono sposare gli obiettivi dei viticoltori siciliani con la valorizzazione del sito archeologico di Selinunte? Il progetto di Cantine Settesoli dimostra che si può fare, integrando la volontà delle istituzioni con quella dei privati sensibili alla bellezza. Cantine Settesoli è una comunità siciliana del vino, fondata a Menfi (Agrigento) e formata da 2 mila viticoltori. Da oltre 50 anni, si prende cura di un vigneto di 6 mila ettari sulla costa sud occidentale dell’isola dove si coltivano 28 differenti tipi di uva. E da qui, 25 milioni di bottiglie vengono prodotte e distribuite in oltre 30 Paesi del mondo, dando vita a un sistema che consente di generare reddito per ogni singolo agricoltore. Ma l’attenzione di Cantine Settesoli non è rivolta soltanto all’aspetto commerciale. Uno dei punti chiave della missione aziendale è quello di favorire lo sviluppo del territorio anche dal punto di vista turistico e culturale. Da questa volontà è nato un progetto di fundraising in favore del più grande parco archeologico d’Europa, quello di Selinunte: un patrimonio di inestimabile valore, incorniciato proprio dai vigneti di Cantine Settesoli, e che necessita di continue cure di restauro e manutenzione. In accordo con l’assessorato regionale ai Beni culturali e identità siciliana e con la direzione del parco, a settembre 2016 è partita la campagna di raccolta fondi Settesoli sostiene Selinunte. Chiunque può partecipare comprando una bottiglia di vino Settesoli (distribuito nei supermercati di tutta Italia) oppure attraverso libere donazioni (con la possibilità usufruire delle detrazioni fiscali previste dalla legge Art bonus). Cantine Settesoli è riuscita a coinvolgere nel progetto di solidarietà altre realtà aziendali; è nato il sito Settesolisostieneselinunte.it, dove è possibile seguire l’evoluzione della raccolta; ed è stata promossa una campagna televisiva nazionale sulle reti Rai, Mediaset e La7. L’obiettivo è raggiungere i 500 mila euro necessari per illuminare la cinta muraria del sito archeologico e restaurare il tempio C. L’ambizione di migliorare la fruibilità del parco, così, diventerà realtà. Grazie al lavoro di tutti.

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