Anche se “Il Sole 24 Ore” ha anticipato “che la vendemmia 2001 non dovrebbe scostarsi più di tanto rispetto ai 73 milioni di quintali di uva e ai 52 milioni di ettolitri di vino del 2000”, sono molti gli “addetti ai lavori” che affermano che, al momento, è davvero impossibile fare previsioni. E, difatti, sia viticoltori che enologi, giustamente, non si sbilanciano: e, con un’ottima capacità di sintesi, ben riassume questo concetto Carlo Ferrini, uno dei migliori enologi d’Italia: “non si possono fare previsioni. Si può, per il momento, soltanto dire - spiega a WineNews - che le prospettive sono positive: abbiamo di fronte un bella vendemmia: probabilmente, mancherà qualcosa sulla quantità, ma questo non importa. Un po’ di pioggia, soprattutto in alcuni territori, non farebbe male, ma la maturazione procede bene … Ma di più non si può davvero dire. Anche dove ci sono state gelate primaverili nei giorni di Pasqua, la pianta - continua Ferrini - ha ben recuperato: l’uva non è tanta, ma l’equilibrio sulla pianta c’è”. La conferma alle dichiarazioni del famoso enologo toscano anche in un piccolo sondaggio, effettuato da WineNews su una ventina di aziende di varie regioni (Trentino, Friuli, Toscana, Marche, Umbria, Campania, Sicilia, Piemonte, Puglia): “la sensazione è insomma quella che la vendemmia 2001 ha delle buone premesse: lo stato sanitario delle uve è buono e l’andamento di maturazione è regolare. Qualche problema nei territori colpiti dal maltempo di Pasqua (ma non sulla qualità): le gelate primaverili hanno fatto “selezione” e ci sarà semmai una diminuzione della produzione. In qualche territorio del Centro Italia, la maturazione è un po’ a macchia di leopardo, addirittura nella stessa azienda”. Nei viticoltori italiani, almeno per il momento, c’è soddisfazione ma anche prudenza: per giudizi definitivi, e sono in moltissimi a dirlo, “si deve aspettare che l’uva arrivi in cantina!”.
Sulle preoccupazioni, invece, avanzate da qualche mass-media sul vino invenduto in cantina e sul fatto che questo “avrà certamente riflessi sulla formazione dei nuovi listini”, tagliano corto alcuni prestigiosi produttori di qualità, da Nord a Sud: “il problema dell’invenduto non interessa le aziende che fanno qualità, alle quali anzi il vino manca ... Il problema delle giacenze e della sovrapproduzione è un fenomeno di livello mondiale che non intacca produttori che basano tutto il loro lavoro sull’eccellenza del prodotto“.
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