Stando al quotidiano inglese Daily Express, l’archeologo francese del Dipartimento di ricerche archeologiche sottomarine, Luc Long avrebbe individuato un relitto lungo 20 metri al largo delle coste marsigliesi, con a bordo 800 anfore di terracotta ancora sigillate. E al loro interno ci sarebbe un po’ di vino, ancora alcolico, ma non più bevibile. “Il vino - ha detto l’esperto francese - era generalmente riservato ai principi e ai nobili e veniva scambiato con i metalli. Ogni anfora poteva contenere dai 26 ai 37 litri. Le anfore stesse sono pezzi particolarmente pregiati”. Il relitto è quello di una nave mercantile etrusca risalente al 500 a.C. partita dalle coste toscane e diretta a quelle francesi (le rotte tra l’Italia e la Gallia erano particolarmente battute in quel periodo ed erano sotto il controllo della potenza etrusca: l’antico popolo della Toscana e dell’alto Lazio si era alleato con i cartaginesi, creando un blocco commerciale dominante in tutto il Mediterraneo Occidentale, ndr). “Il vino - continua l’esperto - era molto diverso da quello che conosciamo oggi: era bevuto diluito con l’acqua, come ci riportano fonti classiche, ed il procedimento di conservazione era particolarmente interessante: le anfore venivano spalmate all’interno con una resina aromatica, che dissolvendosi dava al vino un sapore particolare, in alcuni casi quasi di affumicato. Queste resine, prima di essere spalmate, venivano cotte leggermente e provenivano o da conifere o anche da arbusti mediterranei”. ”Se la notizia sarà confermata - spiegano alcuni archeologi a WineNews - è sicuramente un ritrovamento eccezionale, soprattutto per le dimensioni: carichi così ricchi sono difficili da trovare. Ma, allo stesso tempo, non c’è da stupirsi: sapevano navigare in mare aperto e anche di notte. E sebbene meno evolute dei grandi vascelli a vela usati nelle esplorazioni oceaniche a partire dal Quattrocento, le loro navi erano molto affidabili e manovrabili”.
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