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UNIONE EUROPEA: FEDERVINI, NUOVE TASSE MINACCIANO IL SETTORE VINICOLO

La Federvini (Confindustria) è preoccupata per la proposta di modifica delle direttive comunitarie, emanata in questi giorni a Bruxelles, sui livelli e la struttura di tassazione del vino e delle altre bevande alcoliche. La modifica si concretizzerebbe nell'imposizione di un'accisa sul vino di 12 centesimi di euro al litro ed un aumento del 25% dei tassi minimi previsti per i distillati, i liquori e i prodotti alcolici intermedi.

La normativa comunitaria armonizzò nel 1992 le strutture fiscali fissando esclusivamente dei tassi minimi di accisa.
Quello del vino e degli spumanti fu fissato a livello zero,
quello dei prodotti distillati a 550 euro (allora ecu) per
ettolitro di alcol puro, quello per i prodotti intermedi
(Marsala, vermouth ed altri vini aromatizzati e liquorosi) a 45 euro per ettolitro di prodotto finito, lasciando libertà agli Stati membri di calibrare i diversi livelli di tassazione secondo le proprie esigenze di bilancio e le specifiche modalità di consumo. Alla Commissione, fino ad oggi, spetta il compito di intervenire con provvedimenti correttivi solo al fine di adeguare il funzionamento del Mercato Unico.

Ora, secondo Federvini, "tutto questo delicato equilibrio potrebbe essere stravolto se gli aumenti sostanziosi dell'imposizione proposti da Bruxelles fossero accettati senza rispettare le politiche fiscali e di bilancio dei singoli stati". In particolare il settore vinicolo italiano, caratterizzato da una grande quantità di piccoli produttori, verrebbe gravato non solo di un costo fiscale inedito, ma anche di un cospicuo onere burocratico ed amministrativo.

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