Ezio Rivella, presidente dell’Unione Italiana Vini, interviene sulla proposta della Commissione Europea di introdurre un’aliquota minima d’accisa sul vino di 0,14 euro al litro (circa
270 lire) che attualmente in Italia e in Europa è pari a zero. «Dobbiamo lottare con forza contro questi tentativi di danneggiare il comparto vinicolo, uno dei più importanti per l’economia del nostro Paese. Non è la prima volta che si sente parlare di possibili imposte sul vino, dopo che dagli anni ‘50 fu abolito il dazio. Questa tassa causerebbe un grave danno, perché andrebbe ad incidere in particolare sui vini di prezzo basso e medio, e poco su quelli di prezzo elevato: ciò significa che ne farebbe le spese una grande parte dei consumatori».
La possibilità di una tassa sul vino, che potrebbe essere adottata formalmente dall’Unione nelle prossime settimane, ha scatenato un coro di proteste, tra cui quella del ministro delle Politiche Agricole, Giovanni Alemanno. «Mi auguro che la Commissione non giunga a questa decisione» ha dichiarato Alemanno, aggiungendo che l’imposta costituirebbe un onere amministrativo insostenibile per le aziende.
Altrettanto contraria la Coldiretti, che la reputa un grosso ostacolo per lo sviluppo di uno dei settori più dinamici e tradizionali dell’agricoltura europea, sul quale verrebbe a gravare complessivamente una tassa pari a 740 milioni di euro, oltre l’8% del valore del comparto. Dalla parte dei cittadini si schiera anche Adiconsum: «E’irragionevole tassare un prodotto come il vino, che oltre ad essere sempre sulle nostre tavole rappresenta anche l’immagine della qualità italiana nel mondo».
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