Dopo una lunga trattativa Piermario Meletti Cavallari ha deciso di affittare per 10 anni i vigneti e la cantina di Grattamacco all’italo svizzero Claudio Tipa, industriale farmaceutico e grande appassionato di vino, già proprietario di 200 ettari nella zona di Montecucco. Meletti Cavallari, creatore della notissima azienda bolgherese, rimarrà in veste di consulente sia per la parte produttiva che commerciale. Al termine del periodo concordato Claudio Tipa avrà diritto di prelazione sulla proprietà. Attualmente l’azienda ha 10 ettari di vigneto e produce circa 30.000 bottiglie.
La storia di Grattamacco inizia nel 1977 quando Piermario Meletti Cavallari lascia definitivamente il suo impegno di manager e la natia Bergamo trasferendosi sulle colline un po’ selvagge tra Bolgheri e Castagneto Carducci. Insieme a sua moglie Paola mette a posto la vecchia casa colonica – non arrivava nemmeno la corrente elettrica – bonifica i terreni, pianta i primi vigneti, organizza la cantina. Nel 1982 imbottiglia il primo vino. Prima si fa conoscere con un bianco, delicato e profumato, poi s’impone con un rosso, corposo ed elegante, che lo fa entrare nella schiera dei migliori produttori bolgheresi. Appare un cartello che serve da indicazione stradale che è tutto un programma ”Grattamacco. Vino esaurito” che rimarrà sino a non molto tempo fa. E soprattutto sperimenta: prova il Vermentino, pianta cabernet e merlot, vinifica nei tini di rovere aperti, migliora un olio extravergine già squisito e si cimenta con l’Aleatico, l’ultima novità. Adesso nella sua carta c’è sempre il Grattamacco Bianco che ha acquistato in finezza e struttura, un Bolgheri Rosso sempre esaurito ma soprattutto cesella il Bolgheri Rosso Superiore Grattamacco, uno dei capolavori della Toscana enologica.
“Oggi dopo 25 anni di attività ho deciso di fare qualcosa di diverso – racconta Piermario – prendendomi un lungo periodo sabbatico. Nel frattempo mio figlio sta dando vita ad una nuova azienda: è giusto che si faccia la sua esperienza, poi si vedrà”. All’orizzonte molto probabilmente c’è l’Aleatico, un vino su cui sta lavorando da molto tempo e con ottimi risultati. Due le possibili zone interessate, l’isola d’Elba e Gradoli nel viterbese.
Andrea Gabbrielli
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