Compleanno a sorpresa per Luigi Veronelli, che ha festeggiato le sue 75 candeline seduto su un “trono” al centro del palcoscenico del Teatro Sociale di Alba. Il famoso enogastronomo italiano ha preso parte alla serata aspettandosi un’intervista condotta dal giornalista Sergio Miravalle, una sorta di confessione a “cuore aperto” di fronte a produttori vitivinicoli, ristoratori ed autorità. Invece si è ritrovato protagonista di uno spettacolo in piena regola, durato quasi tre ore, con tanto di sigla iniziale e colpo di scena finale, davanti ad una platea di più di settecento persone.
“Camminare la terra. Vino, parole, emozioni con Luigi Veronelli” il titolo scelto per la serata, un viaggio affascinante che ha ripercorso la vita e la carriera di un personaggio considerato, nel bene e nel male, un “maestro” per tutti quelli che ne hanno seguito le orme. Molti i ricordi affiorati durante la conversazione, scanditi da musica e vecchie fotografie. Molte le battaglie combattute e rievocate da Veronelli, che ha esortato i giovani «a credere nel vino».
Non sono mancati gli spunti polemici, quando il “Gino nazionale” ha commentato le altre guide sul vino. Ce n’è per tutti: Masnaghetti? «È stato un mio allievo, sta facendo un grande lavoro». Luca Maroni? «Si concentra troppo sull’idea di trovare il “fiore” in ogni vino, non racconta il contadino». Paolo Massobrio? «Ci sono state polemiche tra noi, ma so che mi ha voluto bene e soprattutto ha voluto bene a Giacomo Bologna. Non voglio infierire, direi che non lo considero un assaggiatore». Gambero Rosso e Slow Food? «Grande lavoro di Carlin Petrini e compagni, ma ci sono sezioni squilibrate e fatte male, come ad esempio il Friuli».
Tra gli ospiti intervenuti a festeggiare Gino un altro grande “vecchio”, Bartolo Mascarello, patriarca del Barolo e coetaneo di Veronelli. Commovente il saluto di Ornella, moglie di Mauro Correggia, il produttore di Canale morto l’estate scorsa a soli 39 anni, a cui Veronelli ha promesso di dedicare una pubblicazione della nuova collana “I semi”.
Il sindaco di Alba, Giuseppe Rossetto, ha consegnato a Veronelli una targa in segno di riconoscenza per il suo legame con la terra albese, ma il regalo più grande glielo ha fatto sua figlia Lucia, cantante lirica, che gli ha dedicato alcuni brani. Poi l’immancabile brindisi e la torta, a forma di sole, come i simboli che Veronelli assegna sulle sue guide.
E adesso? L’instancabile Gino non sembra avere nessuna intenzione di riposare sugli allori. Durante la serata si è confessato rispondendo al “questionario di Proust”, domande a raffica che esigono risposte immediate. «Come vorrebbe morire?» gli è stato chiesto. «In piedi», ha risposto.
Eleonora Ciolfi
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