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COMMERCIO CON L'ESTERO: CRESCITA BOOM (9%) PER VINO MADE IN ITALY. LO DICE LA COLDIRETTI

Crescita record del 9% nel valore delle esportazioni di vino made in Italy nel mondo, con un successo rilevante negli Stati Uniti (+18%) e nei nuovi Paesi emergenti come Russia (+20%) e Cina (+132%), mentre sono stagnanti le tradizionali spedizioni nei Paesi dell’Unione Europea (-2%): emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero nel primo trimestre 2006.

Se la metà del valore delle esportazioni di vino italiano dipende dall’Unione Europea dove la domanda è sostanzialmente ferma, forti incrementi - sottolinea la Coldiretti - si registrano negli Stati Uniti dove si realizza oltre un quarto degli acquisti e nei nuovi Paesi consumatori come Russia, Cina e India. I risultati del 2006 - sostiene la Coldiretti - dimostrano la presenza di nuove e rilevanti opportunità di crescita del vino made in Italy che, nel 2005, ha raggiunto un fatturato record di 9 miliardi di euro con buone prospettive per l’anno in corso grazie ad una produzione di buona qualità contenuta a 48,1 milioni di ettolitri della quale quasi un terzo, per un totale di 15 milioni di ettolitri, destinata a vini Doc o Docg.

Un deciso orientamento alla qualità che - precisa la Coldiretti - ha fatto diventare il vino uno dei più autorevoli ambasciatori dell'Italia nel mondo tanto che i risultati di una ricerca dell'Istituto Piepoli, commissionata dall'Istituto Leonardo e dall'Ice, evidenzia come per uno straniero su due (45%) siano i vini e il cibo la prima cosa che viene in mente pensando all'Italia, più che i luoghi (20%), l'abbigliamento (19%) e il calcio (15%).

Un patrimonio di immagine per le imprese nazionali che - continua la Coldiretti - va difeso nei confronti delle imitazioni e della concorrenza sleale fondata sulla mancanza di trasparenza nell’informazione sulle caratteristiche dei prodotti in riferimento alle modalità di invecchiamento e alle tecniche utilizzate, come l’utilizzazione dei trucioli per invecchiare il vino senza un’etichettatura trasparente, che inganna i consumatori e danneggia i produttori impegnati nel mantenimento di tecniche tradizionali, quali la maturazione dei vini in botti di legno.

L’Unione Europea deve scegliere senza indugio la strada della qualità e della trasparenza e l’Italia che rappresenta circa il 25 per cento delle esportazioni mondiali dopo il grande percorso di valorizzazione qualitativa deve - conclude la Coldiretti - concentrare la propria sfida competitiva sull’esaltazione delle differenze per presentare negli scambi commerciali non solo vini, ma un intero territorio fatto del patrimonio genetico dei suoi vitigni, delle sue ricchezze endogene, del clima, del paesaggio e di testimonianze artistiche e naturali.

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