Il Papa diventa sommelier: stando ai rumors, Benedetto XVI è stato nominato “sommelier onorario” dall’Associazione Italiana Sommelier (Ais) di Roma, guidata dal presidente Franco Ricci. Il pontefice avrebbe ricevuto il “classico” tastevin d’argento, simbolo e segno di riconoscimento dei sommelier. Proprio Papa Ratzinger, che al momento della sua elezione si definì un “umile servitore nella vigna del Signore”, sarà felice di questo riconoscimento, consapevole del grande valore culturale e simbolico del vino nella storia cristiana (basti pensare al vino da Messa), e del fatto che l’agricoltura è da sempre la pratica più vicina alle creature del Signore.
Non è dato sapere quali siano i vini preferiti di Papa Ratzinger, ma è certo che dopo tanti anni nel nostro Paese sarà sicuramente diventato un estimatore delle migliori produzioni del made in Italy. E, forse, da oggi li guarderà con occhi diversi.
In passato, sono stati molti i Papi esperti di buon vino. Non lo disdegnava Papa Paolo III, pontefice romano che regnò dal 1534 al 1559. In 25 anni ebbe modo di apprezzare numerosi vini che, secondo le stagioni, le ore del giorno e i numerosi impegni, ufficiali e non, rallegravano la tavola del Pontefice. I gusti del Papa Farnese, che visse fino all’età di 82 anni, sono giunti a noi grazie al suo sommelier, che ci ha lasciato gli appunti in cui descrive i 53 vini “giudicati da Papa Paolo III e dal suo bottigliere Sante Lancerio”. Costui seguiva il Papa in tutti i suoi viaggi, selezionando i vini da servire in tavola dopo averne accertato la qualità, inoltre si preoccupava di controllare tutte le bottiglie che nobili e potenti donavano al Pontefice.
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