Il vino italiano piace sempre di più in Messico e in India, e piace sempre di più anche in ben altri Paesi visto che i dati relativi alle esportazione del 2005 segnano un +10%. Una ripresa che però, secondo gli addetti al settore, va ancora incrementata visto che, ad oggi, si esporta in soli 11 Paesi. Con questi dati, significativi, oggi, ad Ischia, ha preso il via il Congresso n. 61 dell'Associazione Enologi Italiani (Assoenologi), la più antica organizzazione di categoria, fondata nel 1891. Ma il messaggio dei tecnici vitivinicoli è stato anche un altro, altrettanto importante: no a contributi a pioggia, troppa burocrazia e, soprattutto, puntare, il prima possibile sui cosiddetti mercati emergenti. Del resto farlo sta già dando buoni risultati.
I dati relativi alle esportazioni in Messico e in India lo dimostrano e segnano, rispettivamente, un aumento del 20% e, nel continente indiano, perfino dell'80% negli ultimi quattro anni: segno, dicono gli esperti, di una vera e propria tendenza. Intanto un no ai contributi a pioggia arriva dal presidente dell'Assoenologi, Mario Consorte, il quale si è detto convinto che "eliminando alcuni contributi si taglierebbe una grande fetta di inutile burocrazia ed una fonte non trascurabile di illeciti".
Sotto accusa anche la troppa burocrazia, che starebbe esasperando cantine e produttori. Il direttore generale di Assoenologi, Giuseppe Martelli, che è anche presidente dell'Union Internazionale des Oenologues, ossia della Federazione che a livello Europeo riunisce la associazioni nazionali di categoria dei tecnici vitivinicoli dei diversi Paesi produttori, in merito è stato chiaro.
"La forza del comparto sta nel vigneto ed il vino deve provenire, a differenza di quanto qualche paese europeo non sostiene, solo ed unicamente dall'uva - ha sottolineato - pertanto debbono essere eliminate quelle pratiche che non mirano a questo risultato". "Siamo fermamente impegnati per salvaguardare la storia, la cultura e la tradizione dei nostri prodotti intimamente legati al territorio di competenza. Con questo però - ha aggiunto il direttore generale di Assoenologi - non vogliamo mantenere il settore ancorato al passato, convinti che il progresso non si può e non si deve fermare".
Sulla necessità di indirizzarsi sui mercati emergenti ha, invece, puntato Stefano Raimondi, direttore Ufficio Vini e bevande Ice: "esportiamo il 90% in soli 11 Paesi, occorre conquistare anche gli altri che sono oltre 200.Del resto i dati 2005 segnano una ripresa delle nostre esportazioni di tutta considerazione con un +10% nei volumi, toccando la soglia dei 15,7 milioni di ettolitri pari al 31% dell'intera produzione 2005 per un controvalore di 3000 milioni di euro (con un +3% rispetto al 2004)".
Mercati emergenti come il Messico, tanto per iniziare. Un mercato che, a detta di Andrea Ferrari, direttore Ufficio Ice Città del Messico "sta dando continue soddisfazioni ai nostri vini" e dove l'Italia è ai primi posti per la vendita del vino spumante. "In Messico - ha sottolineato Ferrari - abbiamo avuto il 20% di crescita all'anno delle vendite di vino italiano. Attualmente l'Italia occupa il quarto posto tra i paesi esportatori, dopo Cile, Francia, Spagna e Stati Uniti, con una quantità di 8,3 milioni nel 2005 e 6,7 milioni nel 2004, con una crescita di oltre il 25%. In questo ambito non va trascurato il fatto che il nostro Paese è tra i primi nelle vendite di vino spumante dove quello più venduto è il Prosecco".
Successo di vendite, poi, anche sul mercato indiano con un aumento dell'80%."Siamo di fronte ad un mercato che sta esplodendo secondo schemi e principi alquanto diversi da quelli europei che siamo abituati a considerare e valutare - ha detto Giancarlo Lamio, direttore ufficio Ice New Delhi - il dato +80% non è da riferire alla variazione del 2005 sul 2004, bensì ad un incremento medio costante calcolato sugli ultimi quattro anni. Un dato che, quindi, acquista ancor più valore e interesse in quanto sinonimo di una tendenza".
La curiosità - Il saluto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano agli enologi italiani
Ha sottolineato la tenacia dei viticoltori ma anche la lungimiranza degli imprenditori e la professionalità degli enologi, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio che oggi ha inviato al Congresso dell'Associazione Enologi Italiani: "in occasione dei suoi 115 anni di fondazione e del suo 61° Congresso esprimo vivo apprezzamento all'Associazione enologi enotecnici italiani per l'impegno profuso per la crescita del nostro settore - ha scritto il capo dello Stato - la tradizione coniugata all'innovazione ha portato la nostra enologia ad altissimi livelli, così grazie alla tenacia dei viticoltori, alla lungimiranza degli imprenditori ed alla professionalità degli enologi il vino italiano ha saputo conquistare molti mercati in Italia, in Europa, nel Mondo".
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