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GRAZIE ALL'EFFETTO MONDIALI IL VINO MADE IN ITALY PUNTA AL MILIARDO DI DOLLARI NEGLI STATI UNITI: QUESTE LE STIME DI COLDIRETTI

E' boom per il vino made in Italy negli Stati Uniti, con le esportazioni che potrebbero toccare per la prima volta a fine anno, anche grazie all’effetto mondiali di calcio, un valore di un miliardo di dollari, per oltre 2 milioni di ettolitri,dopo che le esportazioni sono cresciute in quantità del 9,1% nel primo semestre del 2006 e l’Italia ha conquistato la leadership nei confronti dei concorrenti australiani e francesi. E' quanto stima la Coldiretti sulla base di una analisi dei dati dell'Italian Food & Wine Institute dai quali emerge che il vino italiano copre da solo quasi un terzo in quantità del mercato dei vini stranieri negli States seguito da vicino con il 30% dall'Australia e con il 15% dalla Francia, che dopo anni di difficoltà inverte la tendenza e fa segnare il tasso di crescita piu’ elevato (+29%). Per l’Italia si tratta di un risultato incoraggiante - sottolinea la Coldiretti - con riferimento alla vendemmia in corso, considerata buona dal punto di vista qualitativo ma contenuta nelle quantità su livelli simili a quelli dello scorso anno, attorno ai 50 milioni di ettolitri. Il vino è la principale voce dell'export agroalimentare nazionale che trova negli States il primo mercato extracomunitario di sbocco con un quarto del valore totale delle esportazioni di vino made in Italy. A spingere la crescita sono stati sicuramente la qualità e competitività della produzione italiana rispetto alla concorrenza ma anche la crescita complessiva del 9,4% della domanda di vino straniero da parte degli americani.
Un risultato che conferma peraltro i risvolti commerciali positivi di numerose ricerche che hanno evidenziato gli effetti benefici del consumo di vino sulla salute, come quello antinvecchiamento dovuto al contenuto di resveratrolo a quello antistress della melatonina, un neurormone che svolge un ruolo importantissimo nella regolazione dei ritmi circadiani (sonno-veglia) che influenzano l'umore. I risultati del 2006 dimostrano la presenza di nuove e rilevanti opportunità di crescita del vino made in Italy che nello scorso anno ha raggiunto un fatturato record di 9 miliardi di euro, 3 dei quali attraverso l’export, con quasi un terzo della produzione destinata ai 361 vini nazionali Doc e Docg. Un deciso orientamento alla qualità che ha fatto diventare il vino uno dei più autorevoli ambasciatori dell'Italia nel mondo tanto che i risultati di una ricerca dell'Istituto Piepoli, commissionata dall'istituto Leonardo e dall'Ice, evidenzia come per uno straniero su due (45%) siano i vini e il cibo la prima cosa che viene in mente pensando all'Italia, più che i luoghi (20%), l'abbigliamento (19%) e il calcio (15%).
Un patrimonio di immagine per le imprese nazionali che va difeso nei confronti delle imitazioni e della concorrenza sleale fondata sulla mancanza di trasparenza nell’informazione sulle caratteristiche dei prodotti in riferimento alle modalità di invecchiamento e alle tecniche utilizzate, come l’utilizzazione dei trucioli per invecchiare il vino che, senza un’etichettatura trasparente, inganna i consumatori e danneggia i produttori impegnati nel mantenimento di tecniche tradizionali, quali la maturazione dei vini in botti di legno.

Antonio Boco

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