Conto alla rovescia per il “Forum degli Spumanti”, il più importante evento delle bollicine d’Italia, che, dall’8 settembre al 12 settembre, in Villa dei Cedri, a Valdobbiadene (Treviso) offrirà ai tanti appassionati l’opportunità unica di una full-immersion tra oltre 350 etichette nazionali, oltre a convegni, degustazioni guidate, officine dei sapori & spumanti, banchi d’assaggi, rassegne e mostre d’arte (info: www.forumspumantiditalia.it; 0423/972372/971999).
Gli spumanti italiani hanno vissuto un primo semestre e un estate 2006 da protagonisti: “è un momento d’oro - ha ricordato Giampietro Comolli, direttore del Forum degli spumanti d’Italia - basti pensare che per la prima volta in USA le vendite congiunte di Prosecco e Asti hanno superato quelle dello Champagne, e in generale lo spumante è il prodotto vino che più sta crescendo in termini di produzione e consumo”.
Floriano Zambon, Presidente di Altamarca, organismo che organizza il Forum Spumanti d’Italia, ha sottolineato come “la manifestazione rappresenti il punto di riferimento istituzionale per tutti gli spumanti italiani, ma allo stesso tempo funge da ambasciatore del territorio dell’Altamarca trevigiana”.
La curiosità - Le bollicine italiane nel mondo
Crescita record delle richieste di spumante italiano in Giappone dove l’ aumento del 53% nel valore delle esportazioni porterà a fine anno ad una spesa di oltre 12 milioni di euro, con la terra del Sol Levante che diventa uno dei principali clienti delle bollicine made in Italy. Lo stima la Coldiretti nel sottolineare che moltissimi giapponesi brinderanno alla nascita dell’erede imperiale con lo spumante italiano. Sulla base dell’elaborazione dei dati Istat relativi ai primi cinque mesi del 2006 si evidenzia - sottolinea la Coldiretti - una crescita in valore delle esportazioni sul mercato mondiale dell’11%. Il successo “fuori casa” è il frutto del boom giapponese e del vero exploit in Spagna dove sono quintuplicate le vendite (+440%) e in Francia dove la domanda è cresciuta del 7,5 per cento in valore, nonostante la forte concorrenza del locale champagne. A fronte di una sostanziale stazionarietà dell’export nei tre principali mercati che sono nell’ordine di Germania, Stati Uniti e Inghilterra, l’aumento nei paesi emergenti è significativo della dinamicità del settore che, nel 2005 ha realizzato all’estero un fatturato complessivo di 262 milioni di euro, per una quantità equivalente a oltre 115 milioni di bottiglie. Gli spumanti italiani preferiti all’estero sono l’Asti, che guida saldamente la classifica, seguito dal prosecco di Conegliano Valdobbiadene, dall’Oltrepo’ Pavese, dal Brachetto e dal Franciacorta.
Il 20% del valore delle esportazioni è realizzato in Germania dove il successo dello spumante Italiano è confermato da uno studio eseguito dal settimanale Focus, per la fiera del vino di Dusseldorf, dal quale emerge che sono 8,5 milioni i tedeschi che preferiscono il Prosecco quando si tratta di brindare o di festeggiare un qualche avvenimento, mentre a far ricorso allo champagne nelle stesse occasioni sono solo 3 milioni scarsi di persone. Un clamoroso sorpasso che ha relegato lo Champagne francese al posto d'onore e ha assicurato alle bollicine italiane il primato di preferenza in Germania.
La vittoria degli spumanti italiani si conferma anche a livello nazionale dove nel 2005 secondo un’analisi Ismea Ac Nielsen le famiglie hanno speso 232 milioni di euro per acquistare l’equivalente di quasi 56 milioni di bottiglie, con un aumento in valore del 2%. Dall’analisi dei dati relativi al 2005 si conferma la preferenza degli italiani per gli spumanti dolci, che incidono sul consumo complessivo per il 59% in quantità, mentre quelli ottenuti con Metodo Classico, pur rappresentando solo l’8 per cento dei consumi complessivi, hanno messo a segno un +13 per cento su base annua e lo champagne rappresenta solo il 2,4 per cento delle bottiglie acquistate dagli italiani.
La classifica dei pricnipali clienti delle bollicine italiane
1. Germania
2. Stati Uniti
3. Gran Bretagna
4. Francia
5. Giappone
6. Spagna
Fonte: elaborazioni Coldiretti su dati Istat
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