La vendemmia 2006, per il Bordeaux, si annuncia abbondante e di eccellente qualità, ma purtroppo tutta questa abbondanza rischia di aggravare la crisi del celebre vino francese che ha già degli stock giganteschi e i prezzi restano i più bassi degli ultimi anni. All'origine della crisi del Bordeaux - sottolinea il quotidiano Le Figaro (Economie) - il rallentamento dei consumi dei francesi, il successo sui mercati esteri dei vini provenienti dal Nuovo Mondo ma anche la lentezza con cui si applica il piano di espianto dei vigneti.
Nell'esaminare i cataloghi dei vini della grande distribuzione i bordeaux sono a prezzi di svendita. Se una bottiglia di saint-emilion (un Bordeaux molto pregiato della zona di Saint-Emilion) si vende a 2,50 euro si può immaginare che un semplice bordeaux costi quasi quanto l'acqua minerale. E ora i prezzi sono diminuiti del 25% rispetto al 2001.
Di fronte a questo calo dei prezzi si guarda con sempre più interesse al piano di espianto dei vigneti. Ma questa è una politica dolorosa e difficile da realizzare tanto che dei 10.000 ettari destinati all'espianto solo 2.000 sono stati effettuati. E anche lo strumento della distillazione volontaria che permette di ottenere degli aiuti diversi quando si accetta di trasformare le proprie rimanenze di vino in alcool industriale. Ma questa misura ha permesso di sopprimere solo il 10% degli stock rossi e un terzo dei bianchi.
L’altro grande terroir - Champagne: bene la vendemmia, ottimo il mercato. +45% per Jacquart Reims
Da una settimana è iniziata la vendemmia in Champagne e l’andamento climatico dei mesi scorsi, con luglio molto caldo, agosto piovoso e settembre soleggiato, ha consentito ai grappoli una corretta maturazione e un buon equilibrio fra zuccheri e acidità. La raccolta, che proseguirà sino alla prima decade di ottobre, si prospetta generosa, con rese pari a 130 quintali per ettaro: tradotto in bottiglie, ben 360 milioni di pezzi.
Previsioni ottimiste, che vanno di pari passo al mercato: nei primi sei mesi del 2006, le vendite sono globalmente aumentate del 8,8%. Interessante la crescita in Europa (+ 12%) e in Estremo Oriente (+20%). Da Reims, Jean-Marc Pottiez, direttore generale di Champagne Jacquart, la maison del cavallo alato, annuncia che “nei primi otto mesi 2006, il marchio ha favorito di una crescita del 9% in Francia e di un importante +45% sui mercati export e duty-free”.
Jacquart continua la sua crescita ininterrotta anche in Italia e Piero Valdiserra, direttore marketing di Rinaldi Importatori di Bologna, esclusivista del brand champenois, motiva così questo successo: “Jacquart incontra il “gusto italiano”, che predilige bollicine fresche, eleganti, prive di sentori troppo evoluti”.
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