Nel mondo del vino c’è un italiano che va forte in Francia, e precisamente in uno dei suoi territori più prestigiosi, la Borgogna: non si tratta di una famosa griffe enologica “made in Italy”, ma di un tappo, un tappo molto speciale. A progettarlo e realizzarlo la Guala Seal di Alessandria, azienda italiana che è stata capace di arrivare con successo nel cuore di uno dei “santuari” dell’enologia mondiale con un metodo di tappatura, alternativo al classico sughero, capace di coniugare genialità e innovazione tecnologica.
Si tratta del tappo con “l’anima”, che nasce da un’idea progettuale semplice, quanto rivoluzionaria: dotare di una struttura di sostegno, di un’“anima”, appunto, un tappo sintetico e scongiurare così drasticamente il pericolo di perdita di elasticità dello stesso (con conseguente maggior passaggio di ossigeno fra tappo e bottiglia), causa primaria della sua applicazione limitata ai vini non da lungo invecchiamento.
Il fatto che più di cento cantine della Borgogna (da Domaine du Comte Liger-Belair, proprietario a Vosne-Romanée della più piccola denominazione francese - La Romanée, “appellation” di 0,85 ettari - ad Olivier Leflaive a Puligny-Montrachet, da Domaine des Lambrays a Morey Saint Denis a Domaine d’Ardhuy a Corgoloin nella Côte de Nuits, solo per fare qualche nome) abbiano scelto di sperimentare per i loro vini questo tappo rivoluzionario e parecchie di esse lo abbiano già adottato (da Domaine du Comte Senard a Aloxe-Corton a Capitain-Gagnerot a Ladoix Serrigny, da Frédéric Magnien a Morey Saint Denis a Domaine Collet a Chablis) o lo stiano progressivamente implementando in funzione dello stato di avanzamento delle prove di invecchiamento la dice lunga sulla bontà del progetto che si pone concretamente come “terza via” tra il sughero e il tappo sintetico, come l’abbiamo fino ad oggi conosciuto.
Il Gs Elite, questo è il nome del tappo con “l’anima” di Guala Seal, è composto da tre parti principali: uno chassis, a garanzia della memoria elastica, dell’aderenza e delle proprietà meccaniche del tappo stesso, un corpo, con proprietà di impermeabilità ai gas (ossigeno in particolare), e uno “scudo”, quest’ultimo a contatto con il vino per una completa assenza di interazione con il contenuto. A queste rigorose caratteristiche di prodotto va aggiunta anche una veste estetica particolarmente accattivante. Guala ha lanciato lo sviluppo di Gs-Elite, testato da più di 350 cantine in Italia e nel mondo, nel 1999 ottenendo due brevetti mondiali. Le prove enologiche sono certificate in Italia dal Laboratorio Enosis diretto dall’enologo Donato Lanati ed dal laboratorio francese del prestigioso Institut Coopératif du Vin, con sede a Montpellier.
Legislazione & modernità - Solo sughero per i tappi dei vini docg. Ma per aumentare la competitività servono regole che sappiano coniugare adeguatamente tradizione e innovazione
Un recente pronunciamento del Ministero delle Politiche Agricole ha espresso parere negativo sull’utilizzo di tappi alternativi al sughero per i vini Docg, a seguito di una richiesta in tal senso proveniente da Unavini (Unione nazionale fra organizzazioni di produttori vitivinicoli). Evidentemente, un vino Docg possiede un valore aggiunto correlato alle sue tradizioni storiche, al suo territorio, ai metodi e ai processi di cantina consolidati nel tempo. E il sughero ne fa parte a pieno titolo.
Tuttavia, esistono vari tipi di Docg. Solo per fare un esempio, un Gavi o un Moscato non possono essere paragonati ad un Brunello o ad un Barolo: i primi due vini non sono destinati al lungo invecchiamento e anche sul piano del marketing hanno esigenze ben diverse da quelle dei due grandi rossi.
Di più, anche nel caso di molte semplici Doc, che producono vini posizionati nella fascia medio-bassa di prezzo, l’obbligo dell’uso esclusivo di tappi di sughero penalizza i costi di produzione, dato che, nella maggior parte dei casi, il prezzo di un sughero è superiore a quello di un buon tappo in silicone. Probabilmente, il metodo più giusto per individuare la chiusura preferenziale è quello di valutare i caratteri del vino e la sua evoluzione nel tempo, ma anche clientela di riferimento e modalità di commercializzazione. Questi ultimi aspetti, più strettamente correlati al marketing, dovrebbero rispondere agli input delle aziende e non essere decretati senza appello dai disciplinari di produzione - che restano uno strumento essenziale per il perseguimento della qualità e la tutela per esempio dalla concorrenza sleale - troppo spesso inutilmente rigidi e poco attrezzati per la competizione internazionale, sempre più orientata, invece, alla eliminazione delle regole, piuttosto che alla loro introduzione.
La globalizzazione, ormai imperante, ha costretto anche il mercato del vino a doversi confrontare con una concorrenza e una competitività sempre più crescente in cui è diventato di vitale importanza che le aziende possano contare sulla loro capacità innovativa e sulla possibilità di sperimentazione, sia in funzione dell’abbattimento dei costi, sia in funzione di un certo grado di rinnovamento che il mercato finisce sempre per richiedere.
Non voler considerare questi aspetti è potenzialmente pericoloso e penalizza i nostri vini sui mercati internazionali. La maggioranza delle etichette commercializzate con il marchio Sainsburys, una delle catene di supermercati più importanti d’Inghilterra, utilizza tappi sintetici, e Sainsburys incoraggia i brand che distribuisce a fare altrettanto. Sainsburys vende circa 153 milioni di bottiglie l’anno e attraverso l’uso sistematico di tappi sintetici e a vite, intende tagliare le proprie perdite causate da vini che sanno di tappo (1.2 milioni di sterline di costi aggiuntivi nel biennio 99/00) fino a ridurle ad un costo di 485.000 sterline.
Le varie tipologie di chiusure … le quote di mercato
Il numero totale di bottiglie che viene consumato annualmente nel mondo è di 17 miliardi di pezzi.
7,5 miliardi sono bottiglie chiuse da tappi di sughero (pari al 44%), 4,5 miliardi sono chiuse da tappi di sughero agglomerato (26%), 2,5 miliardi da tappi tecnici di sughero (15%), 500 milioni da tappi a base di sughero (3%).
Le chiusure alternative: le bottiglie chiuse con tappi in alluminio (cosiddetti “a vite”) sono 1 miliardo (6%) e i tappi sintetici chiudono anch’essi 1 miliardo di bottiglie (6%).
I tappi di sughero (in senso lato) chiudono l’85% delle bottiglie al mondo; le chiusure alternative chiudono il 15% delle bottiglie.
Guala, azienda che da sempre sviluppa ricerca e innovazione … L’accordo con il Politecnico di Torino
Pioniere nell’impiego dei materiali di sintesi, il Gruppo Guala nasce nel 1954 e si specializza nel packaging ad alti contenuti di innovazione. La filosofia d’impresa è focalizzata sulla ricerca e sullo sviluppo di nuovi prodotti che rispondano alle richieste sempre più esigenti del mercato.
Questo impegno è testimoniato anche dal ruolo svolto da Guala nella costituzione della sede di Alessandria del Politecnico di Torino. Le chiusure di garanzia per liquori, delle quali Guala detiene i principali brevetti mondiali, sono state il primo successo internazionale: circa i 2/3 delle chiusure di garanzia utilizzate oggi nel mondo sono marchiate Guala. A queste sono seguiti nuovi prodotti come il dosatore per dentifrici, gli spruzzatori a grilletto (Guala Dispensing) e lo sviluppo europeo dei contenitori flessibili richiudibili (Guala Pack).
Le altre società del Gruppo sono Robino & Galandrino (capsulatrici e gabbiettatrici per il mercato vinicolo e linee di riempimento), Bisio Progetti (stampi) e Safta (imballaggi flessibili).
Dopo il riassetto societario deciso alla fine degli anni Novanta, per dare nuovo impulso allo sviluppo di nuove attività di business, il Gruppo Guala rappresenta oggi un fatturato di 200 milioni di euro, con più di 1.000 dipendenti in 8 stabilimenti in Italia e nel mondo.
Franco Pallini
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