Il mondo del vino alle prese con la grande distribuzione e la pubblicità: “Comunicare il vino. La Gdo tra i dettami delle agenzie di pubblicità e le esigenze delle case vinicole”, convegno organizzato ad Asti da Manager Italia e dal Consorzio dei produttori di Moscato d’Asti per la Douja D’or, i rappresentanti delle più importanti catene della Gdo (Coop, Esselunga, Auchan, Metro, Pam) hanno illustrato le attività e l’impegno comune volto alla valorizzazione del comparto vino nelle moderne strutture di vendita.
Da parte dei produttori è stato fatto notare come i prezzi di vendita nella gdo eccessivamente bassi non contribuiscano a far percepire il reale valore di alcuni prodotti; per il consumatore, infatti, il prezzo assume anche il significato di indicatore sintetico della qualità, e quindi è necessario garantire quell’equilibrio che agevoli l'uscita del prodotto comunicandone nel contempo il reale valore. Un discorso analogo dovrebbe però riguardare anche il canale della ristorazione dove, al contrario, si è verificata negli ultimi anni una disinvolta e incomprensibile levitazione dei prezzi, fenomeno questo che certamente non ha reso un buon servizio alla viticoltura italiana.
È un lavoro impegnativo, secondo le agenzie pubblicitarie Armando Testa e Leo Burnett, comunicare un mondo, quello del vino, estremamente complesso e dove, paradossalmente, il concetto di “semplificazione” stenta ancora a farsi strada tra gli addetti ai lavori. In quest’ottica interessante si colloca l’esperienza di una catena di enoteche degli Stati Uniti: Vino 100 è l’insegna di questi punti vendita specializzati che, al contrario, hanno scommesso sulla semplificazione dell’atto d’acquisto da parte del cliente: come? Proponendo “solo” 100 etichette, che si rinnovano periodicamente, al di sotto del prezzo limite di 20 dollari; una bella scommessa, un’assunzione di responsabilità nella selezione che sicuramente anche il consumatore italiano potrebbe apprezzare.
Carlo Barbieri, responsabile marketing del Canale Supermercati di Coop Italia, ha spiegato che “per le sue peculiarità, prima fra tutte l’avere quasi 6,5 milioni di soci, Coop utilizza un sistema di comunicazione integrata: nel punto vendita ma anche all’esterno, verso le scuole, ad esempio, con un importante programma di educazione al consumo, e ancora coinvolgendo direttamente il proprio corpo sociale con i giornali di cooperativa (distribuiti in oltre 4 milioni di copie) e nelle cooperative stesse attraverso un dialogo costante con i propri dipendenti”.
All’insegna di uno stretto legame con le realtà produttive dei territori “presidiati” da Coop sono stati poi brevemente illustrati i progetti Base 5, un Dolcetto di Dogliani prodotto per Coop da 5 produttori eccellenti; il progetto Vino È, un Chianti anch’esso prodotto per Coop da un gruppo di produttori toscani e ancora la collaborazione con la Cantina Lazzarìa, che vinifica nella Casa Circondariale di Velletri, per terminare con il Nero d’Avola CentoPassi che, dalla vendemmia 2006, la Cooperativa Placido Rizzotto-Libera Terra produce su terreni confiscati alla mafia.
Elena Miglietti
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