La posta in palio è alta, un vero gioiello enologico, e i pretendenti di grande rilievo. La notizia della possibile messa in vendita di Tenimenti Fontanafredda, splendida azienda piemontese di proprietà del gruppo Mps (insieme alle toscane Villa Chigi Saraceni e Poggio Bonelli), sta attirando gli interessi di alcuni big del vino italiano. Stando rigorosamente ai rumors, a volersi aggiudicare l'azienda piemontese ci sarebbero da un lato il Giv, ovvero il piu' grande gruppo vinicolo italiano, e dall'altro la Campari, quotata in Borsa, che oltre agli alcolici è proprietaria delle aziende Sella & Mosca e Teruzzi & Puthod. Ad annunciare la messa in vendita della cantina di Serralunga d'Alba, la più grande azienda vinicola del Barolo e tra le prime 30 cantine italiane per fatturato, è stato nei giorni scorsi il presidente del Monte dei Paschi, Giuseppe Mussari, spiegando che l'operazione non sarebbe da escludersi perché Fontanafredda ''non è strategica né funzionale al core business della banca''. L'annuncio non riguarderebbe invece le aziende toscane del gruppo. Al momento il Monte dei Paschi sta avviando uno studio per capire il valore di mercato dell'azienda piemontese che dovrebbe aggirarsi intorno ai 130-150 milioni di euro. Fondata nel 1878 dal conte Emanuele Guerrieri, figlio del primo Re d'Italia Vittorio Emanuele II e della moglie morganatica contessa Rosa di Mirafiori, i tenimenti di Barolo e Fontanafredda furono acquistati dal Monte dei Paschi nel 1931 a seguito del fallimento della famiglia Mirafiori. Con oltre 110 ettari di cui 80 di vigneto specializzato nel cuore delle Langhe, l'azienda produce 6,5 milioni di bottiglie tra Asti spumante e vini rossi, tra cui il Barolo di cui è il maggiore produttore, con un flusso all'export di circa il 50%. Il fatturato supera i 30 milioni di euro, e per quest'anno è atteso un incremento dovuto alla buona performance, specie sui mercati esteri, a seguito del ritorno di immagine legate alle Olimpiadi di Torino a cui Fontanafredda ha fornito il vino. Stando sempre ai rumors oltre ai due pretendenti, non e' da escludersi che nella corsa per Fontanafredda si potrebbe inserire un terzo attore dall'accento molto toscano. Nel frattempo l'interesse per la notizia sta crescendo e non è da escludersi che anche altri soggetti, magari anche stranieri, possano entrare in gioco. Tutti in corsa per aggiudicarsi una vera e propria "chicca" che forse non merita di essere messa in vendita anche se "non confacente agli asset della proprietà".
Leonardo Roselli
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