L’allontanamento delle api dai campi coltivati con organismi geneticamente modificati (Ogm) e la conseguente riduzione dell’attività di impollinazione è un allarme scientifico per l’agricoltura e l’ambiente che giustifica la precauzione e da valore alla scelta di tolleranza zero fatta nei confronti del biotech dall’agricoltura italiana. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i risultati della ricerca del “Department of Biological Sciences, Simon Fraser University” della “British Columbia “ in Canada.
La ricerca pubblicata dall’“Ecological Society of America” ha evidenziato che - riferisce la Coldiretti - nei campi coltivati con colza geneticamente modificata (Ogm) si è verificata una forte riduzione del numero di api presenti e un grave deficit nell’attività di impollinazione rispetto ai campi con colture convenzionali. Le api oltre ad essere insetti utili all’agricoltura per l’attività di impollinazione che svolgono a vantaggio delle colture sono da sempre considerati - precisa la Coldiretti - un importante sensore per valutare la qualità degli agrosistemi.
La “diffidenza” nei confronti degli Ogm è dunque un segnale della natura che - sottolinea la Coldiretti - non deve essere sottovalutato. La capacità delle api di distinguere tra loro le piante geneticamente modificate da quelle normali dimostra peraltro che le due colture non sono equivalenti. Sono dunque confermate - sostiene la Coldiretti - le preoccupazioni sugli effetti della coesistenza tra colture convenzionali e quelle biotech e dimostrato che serve più ricerca e sperimentazione per verificare gli effetti sull'agroecosistema.
Si tratta di risultati - continua la Coldiretti - che giustificano la crescente contrarietà agli organismi geneticamente modificati nel piatto: tre italiani sui quattro (74%) che esprimono la propria opinione è convinto che i prodotti contenenti Organismi Geneticamente Modificati (Ogm) non fanno bene alla salute, con un aumento del 4 per cento, secondo l’“Indagine 2006 ColdirettiI-Ispo sulle opinioni degli italiani sull'alimentazione”. Una indicazione coerente con la strada scelta dall’agricoltura italiana che, anche grazie all’impegno della Coldiretti per la qualità e la sicurezza alimentare, è libera da organismi geneticamente modificati ed ha conquistato la leadership europea nel biologico e nei prodotti tipici.
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