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IMMAGINE UNICA PER LE BOLLICINE ITALIANE ALL’ESTERO. “MISSIONE DIFFICILE, MA NON IMPOSSIBILE”: COSI’ IL DIRETTORE DEL FORUM DEGLI SPUMANTI D’ITALIA GIAMPIETRO COMOLLI, CHE A WINENEWS SPIEGA: “IN UNO STESSO CONTESTO SI POSSONO ESALTARE LE DIVERSITA’”

Italia
Giampietro Comolli

Una sola immagine per promuovere le bollicine italiane all’estero. È la strada da seguire secondo Giampietro Comolli, direttore del Forum degli Spumanti d’Italia. Difficile, impervia, ma necessaria per conseguire risultati buoni come quelli attuali anche in futuro. Perché se a livello nazionale, come ha spiegato Comolli a www.winenews.tv, c’è molto regionalismo nei consumi di spumante, e quindi si può giocare sul territorio e sulla localizzazione, all’estero “dobbiamo trovare il modo di essere uniti soprattutto nel modo di presentarsi”. Per farlo, prima di tutto, occorre differenziare gli eventi che presentano il metodo “classico” e metodo “charmat”, e serve anche che i degustatori professionisti, giudichino le bollicine con parametri specifici per ognuno dei due tipi di spumantizzazione.

“Poi è evidente che si presenterà il metodo classico con le sue sfaccettature, sia Franciacorta, Oltrepò Classico o Trento Classico, ma si parlerà “del” metodo classico italiano”. Così come dovrebbe avvenire per il metodo charmat, di cui due terzi della produzione nazionale, ricorda Comolli, sono rappresentati dalle due denominazioni di Asti e Prosecco di Conegliano e di Valdobbiadene.

“È importante - prosegue Comolli - fare però una distinzione tra spumanti Doc e Docg e tutti gli altri, dal momento che l’Italia ha scelto di seguire la strada delle denominazioni”.

“Il fatto che il Forum Spumanti sia a Valdobbiadene non vuol dire che gli altri territori non siano coinvolti in questa pianificazione - precisa Comolli - perchè tutti devono partecipare e anche Valdobbiadene può andare in altri territori”.

Trovare uno stesso contesto per discutere e capire le diversità di ognuno, e trovare una strada comune da seguire è una tappa fondamentale di questo percorso, e il sistema fieristico potrebbe giocare la sua parte, “e l’esempio di andare a Cortina, Verona, Milano, Roma, può essere una prova della volontà di cooperare”.

“Non è una situazione impossibile”, conclude Comolli “basta capire che dentro uno stesso contesto si possono esaltare le diversità”.

Federico Pizzinelli

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