Che le api siano particolarmente sensibili ai fitofarmaci impiegati durante il periodo della fioritura è un'evidenza scientifica. Ma che tali danni siano i segni premonitori di una catastrofe naturale appare quanto meno azzardato. Secondo la Fai (Federazione Apicoltori Italiani) le mortalità di alveari, registrate anche quest'anno in corrispondenza con le fioriture delle principali colture di interesse mellifero, sono da considerarsi fisiologiche e comunque analoghe a quelle che ogni anno si registrano in Italia in questo periodo. E' in tal senso che la Fai ha promosso una campagna nazionale di sensibilizzazione sul ruolo delle api per l'agricoltura e l'ambiente, il cui preciso intento è quello di far percepire agli agricoltori, per primi, il valore che l'ape rappresenta per l'incremento delle principali produzioni agro-alimentari.
Ben più preoccupanti, invece, secondo la Federazione degli Apicoltori Italiani, sono le malattie di origine virale e batterica che stanno mietendo vittime tra gli alveari di tutto il mondo, a causa degli scarsi controlli sulle importazioni di api vive dai vari Paesi europei ed extra europei. Gli apicoltori, in sostanza, acquistando materiale biologico (api regine e api vive per gli sciami da produzione) stanno globalizzando, senza rendersene conto, insidiose patologie esotiche, finora sconosciute nei nostri allevamenti.
Di scarsa rilevanza, infine, sempre secondo la Fai, i danni attribuibili all'inquinamento elettromagnetico. Le indagini condotte in tale ambito, dall'Università tedesca di Landau, sono datate e riferite a un sistema di trasmissione desueto e a un campione di api non rappresentativo.
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