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MIELE ITALIANO: -30% NEL 2007 A CAUSA DEL CLIMA IMPAZZITO, MA SOPRATTUTTO DELL’USO SCONSIDERATO DI SOSTANZE CHIMICHE, SPESSO NOCIVE, IN AGRICOLTURA. SE NE PARLA DA DOMANI A MONTALCINO AGLI “STATI GENERALI” DEL SETTORE (DA 60 MILIONI DI EURO)

Calo vertiginoso per il settore dell’apicoltura: la produzione 2007 registra un crollo del 30% sulla media nazionale (100.000/110.000 quintali). E’ su questo importante argomento che il mondo del miele svilupperà a Montalcino, in Toscana, la sua discussione agli “Stati Generali” dell’apicoltura, la più importante rassegna nazionale del settore.

“La significativa perdita è da attribuirsi ad una serie di concomitanti fattori - dichiara Francesco Panella, presidente dell’Unione Nazionale degli Apicoltori Italiani - in primo luogo il cambio climatico che ha mandato letteralmente in tilt le api, ma sempre di più l’uso sconsiderato e senza reali controlli di molecole neurotossiche che incidono gravemente sul delicato e complesso equilibrio delle famiglie di api. L’agricoltura intensiva, infatti, - prosegue Panella – causa la progressiva virulenza e difficoltà a trovare mezzi per porre rimedio alle patologie apistiche frutto della globalizzazione”.

“In un mondo che si riempie la bocca di ecomessaggi ( biologico, biodinamico, ogm free, buono, pulito e giusto) - dichiara Hubert Ciacci, presidente dell’associazione toscana degli Apicoltori di Siena, Grosseto e Arezzo (Asga), che ha sede a Montalcino - qui siamo in presenza di “killer autorizzati” dell’ ape, che è di fatto la sentinella per eccellenza dell’ambiente e che è responsabile per il 70% dell’impollinazione in agricoltura. Adesso che ha un businnes di 60 milioni di euro il settore dell’apicoltura è messo in ginocchio dall’agricoltura italiana, che permette l’uso di insetticidi vietati altrove come, per esempio, in Francia”.
Balza, dunque, subito agli occhi la forte stonatura tra il “sentiment” che si vuole trasmettere, un mondo che si muove sempre più nel rispetto dell’ambiente e della natura, e la realtà dei fatti, che vede l’apicoltura, unico settore veramente pulito, minacciata e che vede l’ecosistema declinare in una progressiva distruzione.

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