Un’epidemia silenziosa sta uccidendo le api in tutto il mondo: in Italia le perdite ammontano ormai al 40% sull’intero territorio nazionale. Le ipotesi sulle cause si rincorrono nelle pagine dei giornali e nella bocca della gente: colpa delle radiazioni elettromagnetiche emesse dai cellulari, colpa dei cambiamenti climatici, colpa di questo o quel nuovo parassita …
“I principali killer delle api sono - spiega Francesco Panella, presidente dell’Unione degli apicoltori italiani - alcuni nuovi, supertossici insetticidi, autorizzati irresponsabilmente da poteri pubblici sempre più subalterni ai voleri e agli interessi di breve periodo dei produttori e venditori dell’industria chimica. Il problema è che troppi sono interessati a indicare la pagliuzza affinché nessuno veda la trave, e soprattutto affinché nessuno la rimuova, perché procura troppi utili a qualche potente gruppo industriale privato. Con i servizi veterinari delle regioni del nord Italia è toccato a noi apicoltori raccogliere prove inconfutabili e dimostrare che i veri colpevoli della strage degli alveari sono soprattutto i pesticidi di nuova generazione, i cosiddetti “neonicotinoidi”.
Abbiamo più di una ragione per preoccuparci: non siamo solo il Paese dell’eccellenza alimentare, ma anche il Paese che distribuisce nelle sue campagne oltre il 33% degli insetticidi usati in tutta Europa”. Sarà questo uno dei temi della “Settimana del Miele” di Montalcino (12-14 settembre), ovvero gli “Stati Generali” dell’apicoltura italiana, settore in cui operano ben 50.000 apicoltori, con 1,1 milioni di alveari, per un business di 60 milioni di euro, che arriva a 2,5 miliardi se si considera il servizio di impollinazione fornito dalle api all’agricoltura.
Gli apicoltori italiani sempre più spesso trovano davanti agli alveari lunghe strisciate nere di insetti morti: si tratta di una vera e propria strage che sta registrando picchi allarmanti, con una riduzione del 40-50% del patrimonio apistico nazionale e un danno economico per la mancata impollinazione di 250 milioni di euro. Le regioni prevalentemente colpite sono Piemonte e Lombardia, ma forti segnali di moria delle api si registrano anche in Veneto, Emilia Romagna, Toscana e in quasi tutte le regioni del centro-nord.
“Le api sono fragilissime - continua Francesco Panella - perlustrano quotidianamente immensi territori, effettuano miliardi di prelievi di nettare, polline, acqua, propoli e non hanno difesa dalle contaminazioni chimiche, spariscono e muoiono invece di produrre miele in abbondanza come hanno sempre fatto da milioni e milioni di anni. Sono un magnifico indicatore di eco-tossicità e ciò che oggi ci segnalano dovrebbe essere colto con grande preoccupazione per la sopravvivenza delle generazioni future, se non addirittura per la nostra vita”.
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