Lo sapevate che ... Ne è la città con il nome più corto al mondo; a Sant’Alfio Etneo dimora da secoli il “castagno dei cento cavalli”, l’albero più antico e più grande d’Europa; Mulazzo è l’unica Città del Libro esistente in Italia; Zafferana Etnea ospita l’Etna, il più grande vulcano d’Europa; le pareti delle case di Marentino sono decorate da coloratissimi mosaici-rebus; una delle kermesse più importanti al mondo dedicata agli studiosi e agli amanti delle orchidee ha sede ogni anno a Monte Porzio Catone. Alla scoperta di curiosità, primati e originalità delle Città del Miele di tutta Italia: ecco la nuova guida “Le Città del Miele” 2008, uno strumento destinato a diventare un vero e proprio cult per l’appassionato gourmand del dolce nettare e non solo, ricco di storia, curiosità e cose da vedere, itinerari nella natura, ospitalità e prelibatezze culinarie, una compagna perfetta per un viaggio alternativo sulle tracce dell’incredibile varietà di mieli del Bel Paese attraverso tutte le zone di produzione dalle Alpi al tacco d’Italia, sotto la guida dell’ape, “sentinella” per eccellenza della qualità della vita e dell’ambiente incontaminato (info: www.cittadelmiele.it).
“Dalle Alpi al Mongibello - sottolinea il presidente delle Città del Miele, Dino Robato - dagli Appennini all’Aspromonte, dalle dolci pianure padane fino alle coste adriatiche, tirreniche e mediterranee: sono questi i territori che danno origine all’eccezionale diversità e qualità dei mieli italiani, di cui l’edizione n.2 della Guida rappresenta una vera e propria enciclopedia del sapere e dell’arricchimento di sapori. 40 Città del Miele (oltre a 3 Comunità Montane), per altrettanti territori, un percorso turistico unico nel suo genere, dove la “qualità della vita” è certificata dalle api, la cui presenza qualifica un impegno particolare delle Città del Miele a salvaguardare le risorse di una natura, i valori di un paesaggio, di storia e tradizioni culinarie tutte da segnalare, tutte da scoprire”.
“Un libro come questo sulle Città del Miele - scrive Giorgio Celli, entomologo di fama mondiale dell’Istituto Guido Grandi dell’Università di Bologna, che firma la prefazione della guida “Le Città del Miele 2008” - serve a ricordarci, che non esiste un solo miele ma tanti mieli diversi e che questa sostanza che le api, brave alchimiste, elaborano, prima nella borsa melaria, poi nelle cellette dell’alveare, offre al palato mille diversi possibili piaceri, che costituiscono, consentitemi una piccola metafora, la mappa gustativa del territorio di provenienza”.
Non tutti sanno che l’Italia è l’unico Paese al mondo ad offrire un eccezionale assortimento qualitativo di 50 diverse tipologie di mieli (monoflora e multiflora), alcuni dei quali unici proprio in virtù della loro identità d’origine territoriale, dal miele di timo ibleo al miele di barena della laguna di Venezia, da quello di corbezzolo all’asfodelo della Sardegna, fino ai più conosciuti come quello di acacia, di castagno, di agrumi, di eucalipto, o il tradizionale miele millefiori, tutto da riscoprire, però, nelle sue diversità floreali di alta montagna, piuttosto che di pianura, di fioriture primaverili o estive: gli apicoltori del Bel Paese sono oltre 75.000 con 1 milione e 100.000 alveari dai quali si producono più di 11.000 tonnellate di miele ogni anno.
Nel classico formato “guida” (Arsenale Editore/Collana EcoLibri, prezzo di copertina € 9,90), le Città del Miele sono illustrate singolarmente regione per regione, con la loro storia, le cose da vedere, gli itinerari natura, l’ospitalità, la cucina tipica, e, naturalmente, i mieli più tradizionali, con le manifestazioni annuali a questi dedicate. Completano l’opera i mieli italiani nelle loro caratteristiche organolettiche, zone d’origine e proprietà; il ruolo dell’ape mellifera, “mieli in cucina”, i Musei Italiani di Apicoltura e una new entry curiosa ed originale: “boccuccia di miele”, un intero capitolo con proverbi e storiche citazioni dedicate al miele.
Non rimane altro che, guida alla mano, tornare con la mente ai paesaggi ammirati assoporando la dolce varietà di miele di questo o di quel territorio, e la mission delle Città del Miele potrà dirsi soddisfatta: dai territori l’identità dei mieli italiani, dall’associazione la promozione collettiva a favore delle tante Città.
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