- Francia, in Languedoc presentato il “Vin de Merde”
Già sul mercato Usa era apparso un vino denominato Fat Bastard (grande str …, ndr) ora è la volta del “Vin de Merde” (la traduzione non è necessaria …, ndr). A produrlo è stato Jean-Marc Speziale, un ristoratore d’Aniane, un piccolo paese non molto distante da Montpellier, nella regione vinicola del Languedoc-Roussillon. Il motivo di questa etichetta così provocatoria è di difendere i suoi amici vignaioli: “Da 20 anni i produttori della regione fanno notevoli sforzi per migliorare la qualità dei loro vini, in più si possono trovare dei prodotti dal rapporto qualità/prezzo insuperabile. Tuttavia i nostri vini del Languedoc, in Francia conservano l’immagine di vini di bassa gamma. Ed è in omaggio al lavoro dei vignaioli che ho voluto lanciare questa linea, creata proprio per attirare l’attenzione su dei vini che meritano tutta la nostra riconoscenza”.
Prodotto da Walter Valgalier, enologo della cantina coperativa di Gignac, con uve provenienti da zone selezionate, vendemmiate manualmente, il “Vin de Merde” è venduto in bottiglie prestigiose con una etichetta stampata in oro zecchino. Con la provocatoria cuvée Jean Marc Speziale ha precisato il senso dell’iniziativa “il peggio nasconde il meglio”, ha spiegato firmando “il vino dei filosofi”.
La notizia, finita in prima pagina di Midi Libre è stata rilanciata dalla stampa nazionale e dalla televisione. “Abbiamo avuto molti messaggi di sostegno anche da parte di molte regioni vinicole” si è entusiasmato l’audace ristoratore, pur senza nascondere il fatto che l’iniziativa ha provocato qualche reazione negativa. “Non si può mettere tutti d’accordo” ha commentato. Comunque la serata di lancio del 20 settembre ha fatto il tutto esaurito.
- Australia, i Syrah della Côte du Rhône trionfano
Al Concorso dei migliori Syrah del mondo organizzato in Australia dalla rivista “Winestate”, per la prima volta, ha vinto uno Syrah francese, il Côte Rôtie 2004 di Château d’Ampuis di Guigal. Il secondo classificato è l’icona australiana Henschke Hill 2004 che si si trova in mezzo tra la Côte Rôtie e le Côte Rôtie Brune e Blonde 2003 di Guigal, che occupano il terzo e il quarto posto.
Questo concorso degustazione, a cui partecipano 800 etichette di Syrah, è un buon indicatore della competizione Vecchio/Nuovo Mondo su un vitigno che conosce un successo e una diffusione mondiale.
Il capo redattore di Winestate, Peter Simic ha chiamato questo risultato “il giudizio di Adelaide” sulla falsariga del giudizio di Parigi che, nel 1976, mise in competizione i grandi crus francesi ed americani, con la vittoria di questi ultimi. “È la prima volta che vincono i francesi. Normalmente gli australiani dominano, ma quest’anno noi abbiamo tre vini della Valle del Rodano nei primi cinque, è la grande vendetta dei francesi”.
“Del resto i grandi nomi mandano raramente le bottiglie, confessa Peter Simic, le compriamo perché vogliamo che siano presenti le migliori etichette come l’Hermitage, la Chapelle de Paul Jaboulet, Guigal e Chapoutier) ma anche gli Australiani Grange di Penfold’s, Henschke Hill di Grace e altri premium oltre ai prediletti di Parker. Non si tratta di estendere inutilmente la competizione ma di avere una gara rappresentativa, di qualità”.
Philippe Guigal, nipote del fondatore, che dirige l’azienda, si è dichiarato molto felice della vittoria. Ha così commentato il millesimo 2004: “personalmente apprezzo molto questa vendemmia anche se è stata difficile da gestire”.
- Usa, il Riesling cresce ma ad imperare è lo Chardonnay
Il Riesling è il vino bianco che ha conosciuto la crescita maggiore durante gli ultimi tre anni sul mercato americano. Questo vitigno incontra un successo paragonabile solo a quello del Pinot Nero. Secondo i dati comunicati da Nielsen, le vendite di Riesling si sono incrementate del 54% dal 2005 al 2007.
I consumatori americani nel 2007 hanno sborsato 22 milioni di euro in più sul 2006, per acquistare questo vino. Lo Chardonnay, comunque, resta il leader incontrastato nel mercato americano del vino (20% del volume venduto) e non è minacciato dalla rimonta del Riesling che rappresenta il 2,2% del venduto, un dato che lo posiziona allo stesso livello dello Zinfandel, un vino rosso popolarissimo negli Stati Uniti.
Questa improvvisa ubriacatura del mercato per questo vitigno, pone dei problemi perché i vigneti impiantati a Riesling sono insufficienti a rispondere alla domanda: 875 ettari in produzione più i 323 che entreranno in produzione nei prossimi anni. Se la richiesta continua a crescere i produttori californiani potrebbero essere costretti a sovrainnestare per soddisfare la sete di Riesling dei consumatori americani.
- Sud Africa, aumentano le esportazioni di vino
Per il secondo anno consecutivo, il volume dell’export di vino del Sud nAfrica è in crescita. Alla fine di luglio 2008 le vendite superavano i 363 milioni di litri, pari ad 27% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’obiettivo che si era prefissato il Wosa (Wines of South Africa) di vendere 300 milioni di litri sul mercato internazionale entro il 2010 è stato già superato. Tale spettacolare crescita è trainata dai vini rosati il cui volume di vendita è aumentato del 60% in un anno. “I produttori sud africani hanno saputo proporre dei vini in sintonia con la forte richiesta di rosati sul mercato mondiale” spiega Su Birch, direttrice del Wosa.
Un progresso che cresce insieme alla diversificazione dei paesi compratori, tra cui l’Angola e il Sud est asiatico. Il venduto è cresciuto del 35% nel Regno Unito che resta il primo acquirente, anche se la sua parte sul totale dell’export è in diminuzione. La Germania è al secondo posto, dopo aver superato i Paesi Bassi. Il Sud Africa è ormai il primo fornitore di vino della Svezia mentre nel Nuovo Mondo si registra una spettacolare crescita del Canada.
I 18 premi recentemente conquistati dai vini sudafricani nel Decanter Wine Awards non possono inoltre che dare ulteriore slancio alla disffusione dei vini del Sud Africa nel mondo.
- India, le vendite di vino raddoppieranno entro il 2010
Il mercato interno del vino in India raddoppierà di volume nei prossimi due anni. L’attuale consumo di 5 litri pro-capite è destinato a crescere del 25% ed a raggiungere i 9 litri all’anno. I dati sono stati resi noti dall’Associated Chambers of Commerce and Industry of India (Assocham). A favore dell’industria del vino ha giocato un ruolo determinante la diminuzione delle restrizioni al commercio e delle tasse, misure istituite come deterrente del consumo dei superalcolici. Lo studio di Assocham cita anche tra i fattori determinanti nell’incremento dei consumi una crescita del benessere e la diffusione di stili di vita occidentali tra i giovani. Comunque in India il consumo di vino si posiziona dopo quello delle altre bevande alcoliche (300 milioni di casse di birra e 90 milioni di wisky sono state vendute nel 2007-2008). Tra i principali paesi importatori, la Francia (50%) e l’Italia (30%).
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