02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

ADNKRONOS

Enologia: Winenews, il vino italiano non avanza sul web ... cresce il gap con gli altri ambasciatori del “made in italy” ... Prenotare un ristorante, sapere cosa c’e’ al cinema, conoscere fatti e notizie in tempo reale, ritrovare vecchi amici, condurre campagne elettorali, comprare il biglietto di un treno, guardare il meteo, cercare la recensione di un vino. Semplici esempi per dire quanto ormai Internet sia entrato nella vita sociale ed economica delle persone, con sistemi di accesso sempre più veloci e “mobile” che rendono il web uno strumento potenzialmente efficacissimo per comunicare e commercializzare i propri prodotti. Ma se alcune grandi eccellenze del “made in Italy”, come design, automobili e moda, ne hanno ormai consapevolezza e hanno aumentato gli investimenti e le iniziative sul web, il mondo del vino, che a buon diritto ha il suo posto tra gli alfieri della qualità italiana nel mondo, sembra ancora non comprendere appieno, se non addirittura snobbare, le potenzialità offerte dalla rete.
E’ quanto si legge in un articolo pubblicato da www.winenews.it. Secondo i dati dell’Internet Word Stats, aggiornati a giugno 2008, sono oltre 1,5 miliardi gli utenti della Rete in tutto il mondo, e nelle prime 11 posizioni per percentuale di utenti su scala mondiale, con l’Italia che occupa posizione n. 10 con il 2,4% del totale, si trovano Paesi che sono strategici o che lo stanno diventando per il mercato del vino italiano: Cina, Stati Uniti, Giappone, India, Germania, Brasile, Regno Unito, Francia, Corea del Sud e Russia.
Gigantesca, dunque, la potenziale platea che un’azienda può raggiungere, per di più con un investimento misurato, tramite il sito internet, che gli consente di essere visibile in ogni istante e in ogni parte del mondo. Un altro aspetto che testimonia le potenzialità economiche di Internet e’ la crescita dell’e-commerce: secondo il sito specializzato punto-informatico.it, negli Stati Uniti il fatturato del commercio elettronico del 2008 si aggira intorno ai 270 miliardi di dollari, mentre nell’Unione Europea si parla di 170 milioni di euro. Secondo i dati dell’Osservatorio sull’e-commerce b2c, in Italia il 2008 ha fatto segnare una crescita del 20% sul 2007, arrivando a 6 miliardi di euro. E guardando all’Italia, fanno riflettere i dati sui diversi settori merceologici: la moda, con 250 milioni di euro, fa segnare un +43% sul 2007. Ma ancora più impressionante e’ il dato del turismo: 3,4 miliardi, oltre il 50% del fatturato totale italiano. E visto che proprio l’enogastronomia e’ uno dei motivi di maggiore attrazione turistica, non si capisce perchè il mondo del vino, nel suo complesso, investa così poco in questo strumento, che sicuramente non e’ la panacea di tutti i mali, ma ha indiscutibili margini di crescita. Fatta eccezione per una ristrettissima e’lite che continua a investire su uno strumento che ormai nel mondo raggiunge più di 1,5 miliardi di utenti, la grandissima maggioranza delle aziende vitivinicole italiane continua a vedere la rete come uno strumento accessorio, se non trascurabile, per comunicare i propri prodotti, il proprio marchio, per fare marketing e business.
Questa tendenza e’ confermata dalla classifica “Cantine in Web” (edizione n. 8), realizzata da www.winenews.it, uno dei siti più cliccati del mondo del vino italiano, che, con un monitoraggio unico nel nostro Paese, analizza ogni anno oltre 2.500 siti per tracciare lo stato dell’arte delle aziende vinicole italiane. In testa, in questa classifica dei siti internet di eccellenza delle aziende vinicole italiane, con cinque chioccioline, c’e’ la veneta Santa Margherita (www.santamargherita.it); quindi, le siciliane Planeta (www.planeta.it), Donnafugata (www.donnafugata.it), Tasca D’Almerita (www.tascadalmerita.it), Corvo-Duca di Salaparuta-Florio (tre marchi di proprietà del gruppo Ilva di Saronno, e realizzati dallo stesso webmaster, www.vinicorvo.it, www.duca.it e www.cantineflorio.it); a seguire, con quattro chioccioline, la trentina San Leonardo (www.sanleonardo.it) e ancora una siciliana, Alessandro di Camporeale (www.alessandrodicamporeale.it). E poi ancora le friulane Gravner (www.gravner.it) e Bastianich (www.bastianich.com), l’umbra Caprai (www.arnaldocaprai.it), l’irpina Feudi di San Gregorio (www.feudi.it) e la toscana Tenuta dell’Ornellaia (www.ornellaia.it), che completano la top “12” dei portali web delle cantine italiane. Gli altri dodici siti in classifica, arrivati alla selezione finale, sono Poggio Argentiera (www.poggioargentiera.com), Cavit (www.cavit.it), Di Lenardo (www.dilenardo.it), Agricola San Felice (www.agricolasanfelice.it), Mionetto (www.mionetto.com), Ciacci Piccolomini D’Aragona (www.ciaccipiccolomini.com), Argiolas (www.argiolas.it), Rapitalà (www.rapitala.it), Cusumano (www.cusumano.it), Ferrari (www.ferrarispumante.it), Masi Agricola (www.masi.it), Castello di Romitorio (www.castelloromitorio.com).
I ventiquattro migliori siti del vino italiano sono stati selezionati sulla base dell’impatto emozionale, la grafica, la navigabilità, l’innovazione, la semplicità di utilizzo, la completezza e la varietà dei contenuti e l’aggiornamento. La maglia nera in termini di presenza sul web spetta - a pari merito - a Piemonte e Toscana, guarda caso le due regioni storiche dell’enologia italiana: tranne poche eccezioni, i piemontesi e i toscani si fanno notare infatti per la grafica datata, la scarsità di contenuti, la tecnologia primitiva; per non parlare degli ancora numerosi produttori che addirittura non sono ancora sbarcati in rete. E’ invece la Sicilia, regione relativamente “giovane” nel mercato del vino, a svettare per creatività e innovazione tecnologica, con un livello medio di qualità che punta decisamente verso l’alto. Il bilancio della presenza in rete dell’Italia, comunque, in generale, e’ decisamente inadeguato rispetto all’importanza del nostro Paese nel panorama enologico internazionale, come del resto e’ grande il gap tra l’immagine on line del vino “made in Italy” e le grandi griffe dell’auto, della moda e del design. E’ diventato ormai un imbattibile poker d’assi, simbolo del “made in Italy” che, negli ultimi due decenni, ha conquistato la ribalta internazionale: vino, moda, auto e design. Eppure, a giudicare dall’immagine sul web dei quattro capisaldi dell’ingegno nostrano, il gap che separa il vino dagli altri settori trainanti dell’export e’ davvero enorme.
La grande maggioranza dei siti delle cantine del Belpaese, compresi quelli dei marchi piu’ noti e conosciuti, sono notevolmente arretrati - sia dal punto di vista tecnologico che di immagine - sugli indirizzi web delle case automobilistiche, del mondo fashion e del design. Tutti questi settori vivono, anche e soprattutto, di immagine, ma i navigatori che si collegano dai quattro angoli del globo a caccia di informazioni, suggestioni e novità sui siti delle aziende del vino si trovano di fronte ad uno scenario nettamente arretrato, a differenza delle grandi griffe degli altri comparti. Se queste puntano con decisione al glamour, all’innovazione grafica e tecnologica e soprattutto all’e-commerce, i marchi dell’enologia sono ancora fermi a soluzioni web arretrate e grafica old style.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su