- Cina, Eric de Rothschild vuole produrre un grande vino
Domaines Barons de Rothschild (Dbr), una delle più prestigiose case vinicole del mondo, già proprietaria di Château Lafite e numerose altre proprietà tra cui Château Duhart-Milon (Pauillac), Château Rieussec (Sauternes )oltre a Viña Los Vascos in Cile e Bodegas Caro in Argentina, vuole impiantare un vigneto di qualità in Cina in collaborazione con il China International Trust & Investment Company (Citic). Già presente nelle più importanti aree vinicole del mondo, Eric de Rothschild si è dichiarato entusiasta della prospettiva di creare un grande vino nella Repubblica Popolare Cinese. La località prescelta è nella penisola dello Shandong, nei pressi della città di Penglai dove i tecnici della Dbr avrebbero riscontrato condizioni sia geologiche che climatiche per sviluppare il progetto. D’altra parte proprio in questa regione esiste un’antica tradizione viticola. Si inizia con un impianto di 25 ettari.
- Australia, la situazione del vino secondo Jancis Robinson
Sull’edizione del “Financial Times” del 4 aprile 2009 è apparso un articolo di Jancis Robinson, uno dei più importanti ed apprezzati scrittori di vino del mondo, a proposito della crisi del vino australiano. “E’ successo - scrive la Robinson - qualcosa di molto strano al vino australiano. Infatti, nonostante l’Australia produca molti vini di grande qualità, la sua reputazione è precipitata. D’altra parte le mode nel vino vanno e vengono ma la velocità con cui è passato dall’essere esaltato all’essere ripudiato, è davvero notevole”. Secondo la Robinson, dal 1990, il vino australiano ha decuplicato la sua presenza. In questo periodo, hanno conquistato il mercato britannico al posto dei francesi e sembravano minacciare seriamente la posizione italiana nel mercato Usa. Ora però, scrive la giornalista, le preferenze di questi mercati per i vini australiani sono “svanite”assai rapidamente. Negli Usa, dove il fenomeno del vino australiano è assai recente, il successo popolare dello Yellow Tail (Coda Gialla) ha innescato un processo imitativo molto forte creando una serie infinita di vini intitolati ad animali, mentre si è soliti attribuire a Robert Parker (The Wine Advocate) l’introduzione di vini strutturati e intensamente colorati quasi sconosciuti nel paese. Nel 2008 il valore delle esportazioni (australiane) nel Regno Unito e nell’Unione Europea sono rispettivamente cresciute del 17 in volume ma con un drastico calo del prezzo medio del 27% e ora l’unica cosa che sembra crescere è “la vendita di vino sfuso, il che non aiuta l’immagine del vino australiano”. La Robinson conclude sostenendo che ora “ si tratta di riposizionarsi, facendo conoscere i migliori vini australiani a tutti gli addetti ai lavori, dai giornalisti ai sommelier”. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Australian Wine 6 Brandy Corporation (Awbc) a marzo 2009, sull’anno precdenete, l’arretramento è stato del 2% in volume e del 14% in valore; il prezzo medio di un litro di vino esportato è caduto del 13%. Le vendite si salvano invece nei piccoli mercati dove sono in forte rialzo come in Cina (+61%), Giappone (+13%) e Hong Kong (+21%).
- Bolivia, il vino di altura
La regione di Tarija in Bolivia ha una viticoltura che si sviluppa a 2.000 metri sul livello del mare. Si tratta di una zona dove le escursioni termiche sono notevoli - anche 35 gradi centigradi di differenza - e che permettono un notevole incremento dell’acidità e una maturazione molto lenta dell’uva con un progressivo incremento del potenziale aromatico. Nel giorno, invece, le temperature oscillano tra i 25° e i 31° C. Il primo vigneto di cui si ha notizia nella regione è stato impiantato nel 1606 a Entre Rios, centro amministrativo della Burdett O’ Connor Province, mentre nel Paese la vite è stata introdotta a partire dal XVI secolo a Luribay (La Paz) e Mizque (Cochabamba). Tra i principali vitigni coltivati spiccano per diffusione il Cabernet Sauvignon, Syrah, Tempranillo, Malbec, Tannat oltre a Merlot e Barbera.
- Francia, Scarlett Johansson, ambasciatore della Moët & Chandon
L’attrice americana Scarlett Johansson, famosa per film quali “Lost in Translation” e “La ragazza con l’orecchino di perla”, e per aver lavorato con registi come Woody Allen e Brian De Palma, è stata nominata “ambasciatore” della Moët & Chandon, la maison produttrice di champagne. E’ la prima volta che una star americana viene a ricoprire questo ruolo. Secondo Frédéric Cumenal, presidente della Moët “champagne e cinema intrattengono da molto tempo delle relazioni molto cordiali”. L’accordo con l’attrice prevede una campagna pubblicitaria internazionale di prossima realizzazione, grazie alla collaborazione di Mert e Marcus (Mert Alas e Marcus Piggot), il team di fotografi che ha già lavorato con star come Jennifer Lopez, Madonna, Bjork, Charlotte Rampling, Kylie Minogue. Da parte sua, la Johansson ha dichiarato di “essere onorata di aver avuto questa opportunità di diventare ambasciatore Moët e di fare la storia con il brand come primo volto celebre dello Champagne”.
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