Le api toscane ci sono ancora, e sono più produttive che mai. Le arnie sono tornate a riempirsi anche grazie al divieto dell’uso in agricoltura dei concianti delle sementi a base di neonicotinidi, dopo le proteste degli apicoltori. Il risultato è il ritorno nel 2009 ad una eccellente e abbondante produzione soprattutto del pregiato miele di acacia, il più ambito tra i mieli toscani. Così le considerazioni sull’andamento stagionale raggiunte concordemente dagli uffici regionali che seguono il settore e dalle associazioni di categoria, Associazione regionale produttori apistici toscani (Arpat), Toscanamiele e Associazione apicoltori province toscane (Aapt). La collaborazione tra Regione Toscana e associazioni dei produttori ha prodotto, tra l’altro, il Progetto Ligustica, operante da tre anni e teso a preservare le caratteristiche autoctone della razza Apis mellifera ligustica, ecotipo toscano che presenta pronunciate caratteristiche genetiche di resistenza alle malattie. Ad oggi il progetto ha realizzato tre apiari riserva, destinati alla salvaguardia, valutazione e monitoraggio delle linee genetiche provenienti dal territorio toscano; una stazione di fecondazione naturale sull’Isola di Capraia; un centro di inseminazione strumentale, per la selezione e il miglioramento genetico; una rete di apicoltori custodi, allevatori di particolare esperienza capaci di individuare ogni anno le colonie di api con le caratteristiche più corrispondenti all’ecotipo toscano Ape Ligustica.
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