L’Unione Europea mira ad avviare un programma di sorveglianza pilota entro la fine del 2011 per far fronte all’attuale carenza di dati comparabili sulle api, e, mentre i funzionari degli Stati membri stanno ricevendo formazione sulla salute delle api nel quadro di un’iniziativa per migliorare la salute dei cibi, intanto, un laboratorio di riferimento dell’Ue per la salute delle api sarà allestito, da aprile 2011, a Sophia Antipolis in Francia. Ecco il risultato della discussione oggi al Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura europei a Bruxelles, dove il commissario alla Salute John Dalli ha presentato la Comunicazione relativa alla salute delle api e sul grave fenomeno della moria, per il quale, finora gli scienziati non sono stati in grado di individuare le cause esatte.
“In Italia abbiamo sospeso l’utilizzo dei neonicotinoidi per la concia del mais, nell’ipotesi che essi potessero essere alla base della moria delle api - sottolinea il Ministro Giancarlo Galan da Bruxelles - una cosa però è certa, come dimostra la relazione presentata oggi: sicuramente gli Ogm non hanno nessun rapporto con la moria delle api”. Ma per il presidente Unaapi (Unione nazionale apicoltori italiani) Francesco Panella se “l’individuazione di un laboratorio europeo di riferimento è un piccolo passo in avanti, è finito il tempo in cui in tutti i modi si prova a sviare l’attenzione dalla causa principale del declino delle api. La nuova struttura veterinaria potrà certo essere utile per le patologie veterinarie, ma è oramai provato scientificamente che è un nuovo fattore ambientale a facilitare e moltiplicare le patologie delle api. Indizi schiaccianti sull’azione subdola dei nuovi insetticidi neonicotinoidi si accumulano”.
L’Europa ha più di 2.500 specie di api selvatiche e una specie comunemente domestica, le api da miele. Esse svolgono un ruolo fondamentale nell’impollinazione di colture e fiori. Le api forniscono anche miele e altri prodotti come la cera, pappa reale e propoli. Ma le popolazioni di api stanno misteriosamente morendo in Europa e altrove. Negli ultimi anni, infatti, un gran numero di impollinatori selvatici e addomesticati sono scomparsi. In un fenomeno noto come declino delle api, le api si disorientano e muoiono lontano dai loro alveari. Molti fattori sono stati accusati, tra parassiti, virus, funghi e pesticidi, ma per ora gli scienziati non sono riusciti ad individuare le vere cause del grave fenomeno. La perdita di habitat e la frammentazione è un’altra minaccia per le popolazioni delle api. L’Ue cerca di affrontare questo problema favorendo la biodiversità nei suoi programmi e collabora a stretto contatto su questo tema con l’Organizzazione mondiale della sanità animale (Oie), l’organizzazione intergovernativa responsabile del miglioramento della salute degli animali in tutto il mondo.
Ma Francesco Panella ricorda che “una nota interna dell’Epa, (l’Agenzia Usa dell’Ambiente, ndr), resa pubblica da WikiLeaks, ha confermato che l’Agenzia statunitense Epa, ha ignorato gli avvertimenti dei suoi stessi scienziati pur di autorizzare illegalmente un neonicotinoide. Mentre uno studio dell’equipe del Ministero dell’Agricoltura americano, “stranamente” ancora inedito, ha dimostrato che questi pesticidi attaccano e indeboliscono il fragile sistema immunitario delle api scatenando le peggiori patologie. Lo studio americano che inchioda i nuovi insetticidi conferma e avvalora un analogo studio francese degli scienziati dell’Inra-Institut National de la recherche agronomique, che è stato invece debitamente pubblicato da tempo. Ben 25 deputati inglesi - conclude Panella - hanno infatti già chiesto con una mozione alla Camera dei Comuni il divieto d’uso di queste micidiali nuove molecole”.
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