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IL GRANDE VINO ITALIANO PUNTA SULLA MESCITA AL BICCHIERE PER ALLARGARE GLI ORIZZONTI. I CASO DEL SAGRANTINO COLPETRONE (SAIAGRICOLA) E DEL BAROLO SERRALUNGA D’ALBA FONTANAFREDDA CHE, IN PARTNERSHIP CON WINEFIT, CONQUISTANO LOCALI D’ITALIA

Di vino italiano, ormai, se ne beve più all’estero che in patria e, anche se una buona parte di ciò che esportiamo è vino sfuso, anche il vino pregiato incontra delle difficoltà. Specie quando si parla di consumo fuori casa, in un wine bar come in un ristorante, la bottiglia di vino mette ancora in difficoltà il consumatore, che tende ad orientarsi su vini di fascia media, un po’ per abitudine, un po’ come risposta alla crisi economica, che qualche taglio comporta. La soluzione sembrano averla trovata due grandi gruppi vinicoli, Saiagricola e Fontanafredda: puntare sulla vendita al bicchiere, attraverso un network di locali ed una fruttuosa partnership con Winefit (www.winefit.it).
Saiagricola, con il brand Colpetrone, punta forte sul Sagrantino di Montefalco, un grande vino che trova ancora difficoltà sul mercato nazionale: “un vino sacrificato - lo definisce Giuseppina Viglierchio, direttore commerciale Saiagricola - da questa sua importanza, che lo rende di difficile approccio nella quotidianità. Quello che vorremmo è “dissacrare” il Sagrantino da questa visione, puntando sulla curiosità del consumatore, sia quello giovane, che ancora non conosce il mondo del vino, sia quello adulto che però non conosce il Sagrantino. Senza dimenticare la filosofia del bere bene, senza eccessi, pagando il giusto, in questo caso il prezzo del bicchiere e non della bottiglia, ma quello della curiosità in questa campagna è forse il più importante - continua Giuseppina Viglierchio - perché un bicchiere di Sagrantino può essere una bella scoperta, un bel modo per dare una scossa ad un intero territorio, avvicinando i nuovi consumatori o semplicemente i più curiosi di una regione poco nota come l’Umbria, attraverso piccole quantità di un vino grandissimo”.
Fontanafredda, con il Barolo Serralunga d’Alba, non è nuova a questo genere di iniziative, “tutto parte dal lancio del formato da un litro - racconta Roberto Bruno, direttore commerciale del gruppo piemontese - pensato apposta per la mescita al bicchiere. Del resto, la mescita è un concetto che proprio dal Barolo è giusto far ripartire: il nostro è forse il vino che ha sofferto di più nella vendita in bottiglia nei locali, e poi negli ultimi tempi è aumentata molto l’acquisto in negozio per il consumo casalingo”.
Eppure, la possibilità di assaggiare un grande vino ad un prezzo assolutamente accessibile (5 euro al bicchiere), è diventato un punto importante della strategia di Fontanafredda: “non è stato facile incoraggiare e convincere i 500 locali in tutta Italia che proporranno il nostro Barolo al bicchiere, non tutti sono abituati ad aprire per la mescita bottiglie di questo tipo, troppo care, ma grazie a Winefit, è stato possibile farlo, puntando su un network di locali che, sul territorio nazionale, hanno creato una vera e propria community, supportata da tutte le attività di comunicazione online ed offline in grado di dare visibilità ai punti di mescita coinvolti”.

Focus - Vino al bicchiere, le grandi etichette sono diventate democatiche. La ricerca tecnologica anticipa la tendenza e crea un tappo per sdoganare il consumo elitario dei grandi vini
Da tendenza a simbolo di una rivoluzione “democratica” dei consumi, il vino al bicchiere è oggi una realtà affermata in tutto il mondo. Tentazioni a cui è un peccato resistere, bouquet di profumi e colori unici, complici anche l’etilometro e la crisi finanziaria, il vino al bicchiere è una moda che prende piede anche nel Belpaese. Dai ristoranti ai wine bar, dalle enoteche alle cantine in Europa e oltre Oceano, il vino al bicchiere è l’unica soluzione che potrebbe contrastare in modo immediato ed efficace il calo dei consumi, soprattutto fuori casa
In Francia, secondo lo studio di ricerca specializzato “Chd Conseil”, 9 locali su 10 offrono un ampia scelta di vini di alta e altissima qualità al bicchiere e anche i consumatori degli Stati Uniti stanno dimostrando di apprezzare la degustazione “a costi accessibili”, a partire dalla scoperta degli autoctoni italiani. Ma l’evoluzione qualitativa della mescita, dal classico bicchiere da osteria al calice di vino di qualità, è possibile grazie alla ricerca scientifica e tecnologica che ha elaborato strumenti che permettono di aprire e conservare perfettamente le bottiglie, mantenendo inalterate tutte le principali caratteristiche che rendono unici i vini delle grandi etichette.
L’ultima novità che il mercato offre agli wine lovers, per bere i vini dei produttori più premiati dalla critica enologica, è un dispenser (Winefit One; www.winenefit.it) che sposta il cuore del procedimento dalla macchina al tappo erogatore. Democratico anche nei costi d’acquisto, il vino al bicchiere è “politically correct” perchè incentiva il consumo dei vini di qualità e contribuisce a sviluppare l’abitudine al “bere consapevole e responsabile”, a tutela della salute e del rispetto delle norme di legge sulla sicurezza stradale. Il vino, simbolo del made in Italy di qualità, si sta affermando sempre più come materia di studio e anche le istituzioni del nostro Paese si stanno accorgendo che occorre “insegnare” il consumo consapevole.
Il sito internet Wine News già nel 2008 ha evidenziato il cambio di rotta degli enoappassionati dovuto all’introduzione delle nuove norme sulla sicurezza stradale. Secondo i dati del sondaggio realizzato insieme a Vinitaly l’atteggiamento dominante degli enoappassionati è: “o guido o bevo”. In Italia, da Nord a Sud si registra quasi un coro unanime di winelovers che, per regolarsi nei consumi e stare in linea con i limiti stabiliti dalla legge, ricorrono al consumo al bicchiere: l’unico modo per evitare sgradite sorprese una volta alla guida e consentire a tutti di avvicinarsi con maggiore facilità a vini di alta qualità e dalle etichette più blasonate. Nuovo approccio al vino, il consumo al bicchiere, rappresenta sempre più per ristoranti e wine bar, un modo intelligente per incrementare i consumi (in calo con percentuali che oscillano dal 5% al 7%) grazie al’impiego di tecnologie sofisticate che consentono di conservare inalterate le caratteristiche organolettiche del vino, anche dopo molti bicchieri.

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