Da terra promessa, a “terra di nessuno”: ecco cosa rischia di diventare, per il vino italiano e non solo, la Russia, sempre più “assetata” di nettare di Bacco, quanto impossibilitata a parlarne. Già, perché non solo, da gennaio 2013, come già riportato da WineNews, scatterà il divieto assoluto di fare pubblicità di vino e alcolici in genere su mezzi di comunicazione e altro. Cosa che mette a rischio, ovviamente, la sopravvivenza di tante testate specializzate che stanno aiutando, nel reciproco interesse di produttori ed editori, la diffusione della conoscenza e del consumo di vino in Russia. Ma, a quanto riporta il “The Moscow Times”, sarà proibito anche menzionare prodotti e marche specifiche in articoli, interviste e notizie. In soldoni, si potrà parlare del vino in generale, ma senza citare in nessun caso il nome di nessun brand o prodotto particolare. Una scelta, quella del Governo di Putin, motivata dalla volontà di contrastare l’alcolismo dilagante nel Paese (dove i maggiori imputati sono, per il vero, birra e vodka, ndr), che per qualcuno, però, corrisponde a “muoversi come un elefante in un negozio di cristalli”. E che potrebbe frenare pesantemente la crescita del mercato del vino nel Paese in cui, l’Italia, tra il 2009 e il 2011, ha visto una crescita dell’83%, a quota 118 milioni di euro.
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