Se il Novello in Italia non se la passa bene, e vede una perdita di appeal e di volumi di produzione importante (dai 18 milioni di bottiglie nel 2002 ai 4 del 2012), pur rimanendo per gli appassionati un prodotto “rituale” e simbolico dell’autunno, anche il Beaujolais francese, preso sempre come esempio di successo, ha visto momenti decisamente migliori. Tra gelo, grandine e malattie della vite, secondo il giornale francese “L’Expansion”, la produzione 2012 è stata quasi dimezzata (di poco sopra i 430.000 ettolitri). E se l’aumento dei prezzi (da 160 euro ad ettolitro del 2011 a 220 del 2012) non riesce a compensare le perdite per tutti i 2.300 produttori, neanche il successo dell’export di questo vino particolare, con 17 milioni di bottiglie che andranno oltre i confini francesi, e soprattutto in Giappone, non sembrano sufficienti a risolvere le difficoltà dei vitivinicoltori. Molti dei quali, per altro, sono in difficoltà finanziare, con 500 che rischiano addirittura di dover chiudere (ad oggi, secondo la prefettura della Regione Rhône-Alpes, 800 produttori di Beaujolais hanno chiesto l’assistenza finanziaria da parte dello Stato) perché non sono in grado di far fronte ai debiti pendenti. Come dire, se Sparta (il Novello) piange, Atene (il Beaujolais) non ride ...
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