“Se c’era sentore di questa corruzione all’interno del Ministero? Se avessi avuto sentore, avrei fatto immediatamente qualcosa”. Lo dice il ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania, commentando gli arresti all’interno del Ministero su vicende che vanno dal marzo 2007 al maggio 2011 in cui Catania, che Ministro lo è dal novembre 2011, era comunque funzionario al Ministero nel ruolo prima di direttore generale delle Politiche Europee e poi di capo dipartimento della stessa area. In ogni caso, ha aggiunto Catania, “sul piano umano sono addolorato per quanto successo, perché sono cose che mai un Ministro vorrebbe comunicare, ma ho assoluta fiducia nella magistratura. Vorrei svegliarmi domani e scoprire che non c’é nulla di vero, perché sul piano umano, quando uno condivide una vita a contatto con alcune persone, non si può che essere addolorati, ma ho la piena consapevolezza di dover dare sostegno alla magistratura, e attendo di sapere quali saranno gli sviluppi di questa inchiesta, nel rispetto dei diritto degli indagati”. Indagati per i quali, ha aggiunto Catania, “verrà predisposta la sospensione, e avviata una riverifica di tutto quanto e’ rimasto fuori dal perimetro di indagine. I controlli interni verranno portati avanti con un lavoro che imposteremo nei prossimi mesi, anche se la capacità di indagine non é quella che ha l’autorità giudiziaria. Stiamo discutendo su chi sarà incaricato dell’indagine: il Corpo Forestale è nella posizione migliore, in quanto terza rispetto al Ministero, ma ha bisogno di essere affiancato da personale che abbia una certa pratica delle questioni”.
Questioni, quelle sotto inchiesta, che, tiene a precisare Catania, “sono solo una parte dell’amplissima attività del Ministero: é quindi in ballo uno specifico individuato spezzone dell’attività complessiva. In quell’arco temporale sono stato prima direttore generale e poi capo Dipartimento, sempre con competenze concentrate sulla politica europea e internazionale. Non mi sono mai occupato di queste cose perché non contemplate nella mia attività di gestione”. Su uno dei principali accusati, Giuseppe Ambrosio, oggi a capo della segreteria del sottosegretario Francesco Braga, e direttore generale del Centro di Ricerca in Agricoltura (Cra), Catania specifica: “io non ho promosso il dottor Ambrosio, né gli ho attribuito funzioni apicali come gli sarebbe spettato sulla base del suo curriculum e secondo le regole. Ambrosio non è stato promosso dal Ministero, ma ha risposto a un bando dell’ente in questione, e quindi il suo curriculum è stato valutato non dal Ministero ma dall’ente stesso”.
Quanto, invece, alla nomina a capo segreteria del sottosegretario, si tratta di un ruolo funzionale non remunerato”, ha spiegato il Ministro. Che oltre ad aver specificato cosa non ha fatto o cosa non lo riguarda direttamente, dice anche alcune cose realizzata dalla sua nomina: “nell’inchiesta per corruzione all’interno del Mipaaf, non é l’intera attività del Ministero sotto osservazione”, ma “l’attività di comunicazione istituzionale e di promozione, che ha un tasso di discrezionalità che non me l’ha mai resa particolarmente simpatica. Ho compiuto una radicale conversione di approccio a questa materia: gli stanziamenti sono passati dai 21 milioni del 2007 a 1 milione di euro del 2012 e sono stati azzerati per il 2013”. Quindi, secondo il Ministro, già dal 2012 c’e’ stato un radicale ridimensionamento di questa linea di spesa, fino all’azzeramento nel 2013, “perché ritengo - ha precisato - non sia assolutamente necessaria e che presenti un tasso di discrezionalità gestionale non positivo”. Catania ha aggiunto che il suo provvedimento “dimostra l’approccio del Ministro rispetto al tema, che e’ quello di togliere di mezzo dalla spesa pubblica tutto quanto si possa prestare a utilizzi impropri: non voglio fare un processo ai colleghi indagati - ha concluso - ma e’ ottima norma eliminare alla radice, per oggi e per il futuro, certe discrezionalità”.
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