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QUANDO UNA CANTINA TIRA FUORI TUTTE LE ANIME DI UN TERRITORIO. TANTE QUANTE SONO LE TERRE E I LORO COLORI, DA OGNUNA DELLE QUALI NASCE UN VINO. GIALLA, BIANCA, NERA, ROSSA, OCRA: ECCO IL PROGETTO “7 TERRE PER 7 VINI” DELLA SICILIANA VALLE DELL’ACATE

Italia
Le sette terre in Sicilia per i sette vini di Valle dell’Acate

La gialla della costa che evoca il mare nell’Insolia e nello Zagra, la bianca dell’altopiano che fa sentire il vento nel Bidis, la nera dai ciottoli bianchi che fa assorbire al Frappato tutti i suoi profumi più profondi, un po’ di rossa scura e un po’ di rossa chiara che danno vita insieme al Cerasuolo di Vittoria, la nera come il cioccolato fondente di cui profuma Il Moro, quella rosso-arancio complessa tanto quanto il Rusciano, l’ocra preziosa come il suo piccolo vigneto del miglior Nero d’Avola con cui si produce il Tanè: ecco tutte le anime che può avere un solo territorio, tante quante sono le sue terre, diverse per esposizione, altitudine, composizione e colori, da ognuna della quali nasce un vino. Alla cantina, il compito di saperle tirare fuori: 7 in una stessa proprietà sono le terre della siciliana Valle dell’Acate, al centro di un progetto frutto di 40 e più anni di selezione, ma sempre work in progress, per arrivare ad identificare il terreno giusto per ogni vino, studiando le caratteristiche dei terreni presenti in 7 diverse tipologie, come fossero “scatole cinesi”, o, meglio quelle anime diverse che formano e rendono unica la Sicilia del vino.

“Ogni azienda dell’Isola mostra le sue anime ma poi ad emergere è “La” Sicilia del vino, ed è una cosa del tutto nuova rispetto al passato, che cammina unita, e questo è merito di una mentalità imprenditoriale giovane - spiega Gaetana Jacono, alla guida di Valle dell’Acate, la cantina di famiglia - il nostro progetto è frutto di una lunga sperimentazione sulla terra, che prima si faceva a braccio. Oggi non è più così, ma il produttore che nasce come tale ha sempre lavorato con la terra, di cui conosce tutto. Per me che oggi sono più imprenditrice e ho spostato l’attenzione dell’azienda, e dei nostri vini, verso il mondo, il valore della terra resta lo stesso, e rappresenta la continuità, l’intrecciarsi tra passato, presente e futuro, cui si unisce però il fare impresa”.

Al centro, c’è un solo territorio, o meglio una valle, che parte dai Monti Iblei e finisce al mare, che dista appena 5 km in linea d’aria, e in cui sono state individuate “7 Terre” per 7 vini: la gialla, dei vigneti sulla costa, dalla struttura con il suolo sabbioso-arigilloso dal caratteristico colore giallo e terreni abbastanza leggeri che danno ai vini bianchi freschezza e complessità dei profumi, l’Insolia, da un lato, sottile ma estremamente profumata e secca, e il Grillo Zagra che trova nei tre elementi, terra gialla, vicinanza dal mare e ventilazione, la sua migliore espressione, sapido e minerale; la terra bianca, il cui vigneto è in una piccola zona dell’altipiano a 250 metri sul livello del mare, con terreni calcarei molto poveri ma di buona profondità e con la pianta che soffre un po’ e non ha tanta vigoria, ma questo permette una buona concentrazione del frutto, che grazie alla ventilazione non matura mai eccessivamente, da cui nasce il Bidis, potente, intenso ma delicato; la nera con ciottoli di colore bianco dei vigneti nella parte bassa a circa 100 metri sul livello del mare, la cui struttura permette alla pianta di avere una buona ossigenazione delle radici che scendono molto in profondità e le caratteristiche del terreno danno al Frappato complessità di profumi e una buona acidità; la terra rossa dei vigneti dell’altipiano chiamato “bidini (nome della contrada) soprano” che hanno stessa struttura dei terreni, sabbie rosse di medio impasto con una buona profondità, ma diverso colore della terra che per il Nero d’Avola è rosso scuro e per il Frappato è di un rosso più chiaro, e che insieme danno vita al Cerasuolo di Vittoria; la nera del vigneto a 120 metri sul livello del mare, dal terreno molto scuro quasi nero, di medio impasto tendente al compatto con una buona presenza di piccole pietre scure, di circa 20 anni e da cui nasce un Nero d’Avola di buona struttura ma dove i profumi di piccoli frutti rossi, more lamponi e amarena sono molto spiccati cosi come lo è il cioccolato fondente: la terra rosso arancio del vigneto di Syrah coltivato nella parte più alta della costa a circa 200 metri sul livello del mare, in terreni molto leggeri e con struttura sabbiosa che danno al Rusciano, vino non semplice, grande struttura, complessità e “sentori balsamici”; infine, la terra ocra, dalla struttura cretosa con una buona quantità di sabbia che rende il terreno sciolto e leggero, unico per caratteristiche e che da’ veramente la migliore espressione del Nero d’Avola, in un piccolo vigneto che produce non più di 800 grammi per pianta, e da cui nasce il Tanè.

Info: www.valledellacate.com

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