- Usa, l’australiana Treasury Wine Estates ritira mezzo milione di casse di vino
L’azienda australiana Treasury Wine Estates, tra le prime 10 cantine per le vendite negli Usa, sta decidendo di ritirare dal mercato 500/600.000 casse di vino da 9 litri, perché ormai invecchiate. Si tratta per lo più di vino bianco che non è stato venduto così velocemente come sperava l’azienda e pertanto ha sostato a lungo sugli scaffali, deteriorandosi. Il valore stimato è di 33 milioni di dollari.
“La domanda di questi prodotti non riesce a tenere il passo con l’offerta” ha detto Joel Fisher, vice presidente dell’Internal Communications di Treasury, “la società ha preso una decisione coraggiosa cioè di non mantenere giacenze di prodotto vecchio e fuori moda, presso i nostri distributor”. I vini provengono principalmente dagli Stati Uniti, ma ci sono anche i vini di altri Paesi. Nella Contea di Sonoma, Treasury Wine Estates è proprietaria di Chateau St. Jean, Cellar No. 8 e Souverain, mentre Stag’s Leap Winery, Beringer Vineyards e St. Clement sono invece della Napa Valley. Più dell’80% del vino da ritirare sarebbe in vendita a meno di $ 10 a bottiglia.
Il Ceo di Treasury, David Dearie ha detto agli investitori che “l’eliminazione di questi vini ci darà la possibilità di aumentare la nostra immagine nel mercato Us”. Quanto alle casse che saranno ritirate dal mercato, bottiglie e imballaggi saranno riciclati mentre per il vino ci sono richieste da varie parti per la distillazione. Nel 2013, Treasury Wine Estates ha spedito negli Usa 15,4 milioni di casse di vino rispetto alle 15,7 milioni del 2012. La società ha registrato un fatturato di 1,76 miliardi di dollari australiani per l’anno che si è concluso il 30 giugno.
Fonte: www.pressdemocrat.com
- Nuova Zelanda, un nuovo terremoto ha provocato danni rilevanti alle cantine
Il 16 agosto un terremoto, dopo quello già registrato un mese fa, ha provocato nuovi danneggiamenti a diverse cantine. Questa volta è toccato a Yealands Winery Indevin, Giesens, Saint Clair Family Estate e South Pacific Cellars oltre a Lawson’s Dry Hills e Villa Maria. Dopo il terremoto di magnitudo 6.5 del luglio 2013, Shaun Barnsley, manager di Lawson’s Dry Hills, aveva provato a correre ai ripari.
I tecnici gli avevano fatto rinforzare con barre trasversali i sostegni a terra delle vasche d’acciaio ma purtroppo non è bastato. Con la nuova scossa di magnitudo 6.6, i contenitori da 40.000 litri sono stati messi letteralmente in ginocchio. “Per fortuna siamo riusciti a salvare la maggior parte della produzione - ha detto Shaun Barnsley - Per noi è la cosa più importante. Ora non ci resta che imparare e ottenere ulteriori consigli dagli ingegneri su ciò che dobbiamo fare per limitare i rischi”.
L’aspetto più preoccupante è il costo delle riparazioni in quanto le compagnie di assicurazione hanno aumentato i premi e pertanto saranno più che altro le aziende vinicole a sostenere le spese. I danni maggiori, anche nelle altre cantine, hanno più che altro riguardato le alte vasche d’acciaio per lo stoccaggio dei vini che a causa delle scosse si sono deformate.
Fonte: Malborough Express
- Usa, la Virginia del vino cresce ancora
Nell’anno fiscale 2013, le cantine della Virginia hanno venduto 511.000 casse di vino (+5%) rispetto alle 485.000 del 2012. I dati sono stati forniti dal Virginia Department of Alcohol Beverage Control (Abc) e dal Virginia Wine Marketing Office. Complessivamente, le vendite di vino virginiano sono aumentate del 23% dal 2010 e quest’anno anche le vendite all’estero hanno raggiunto le 5.800 casse (+74%).
La Virginia è attualmente al quinto posto negli Usa per numero di aziende vinicole operanti con oltre 230 unità produttive. Inoltre, è il quinto Stato per produzione di uve. Secondo un’indagine del 2012, l’industria del vino della Virginia impiega oltre 4.700 persone e contribuisce con 750 milioni di dollari all’economia dello stato.
Nel 2011 le cantine hanno accolto più di 1,6 milioni di turisti del vino, battendo tutti i record precedenti. L’obiettivo secondo il Governatore dello stato, Bob McDonnell, è di diventare la capitale della East Coast per l’enoturismo.
- India, aumentano i prezzi dei terreni da vigneto
In India, il prezzo dei terreni per i vigneti, sta crescendo rapidamente. Secondo il “Wall Street Journal – India” nella famosa regione di Nashik 1 acro (cioè 0,40 ettari) attualmente è valutato $250,000. La stima è di Cecilia Oldne, capo dell’International Business di Sula Vineyards, la prima azienda vinicola del paese per volumi. “Il prezzo di un acro di terra da vigneto a Bordeaux costa tra i 5400 $ e 560.000 $” ha dichiarato la Oldne in una recente intervista rilasciata a India Real Time per spiegare quanto sia elevata la crescita del valore. Sula è nata a Nashik nel 1999 e delle 65 aziende vinicole indiane, 45 si trovano proprio in questa regione.
Ma a parte il prezzo dei terreni che in ogni caso rallenta lo sviluppo del settore, l’ostacolo maggiore per le aziende è la propensione dei consumatori al whisky piuttosto che al vino. Nel 2012, il vino (comprese le importazioni e lo sherry) costituiva solo lo 0,45% del fatturato di una cassa (9 litri) di alcol nel Paese, secondo le ultime stime elaborate dall’“International Wine & Spirits Research” e condiviso con il “Wall Street Journal”. In sostanza, il 90% delle vendite 2012 è rappresentato da spiriti, soprattutto whisky, una branca del mercato che ha un tasso di crescita annuale del 3%. Nonostante ciò, il mercato del vino in India sta crescendo e “Per stare al passo con la domanda, ogni anno stiamo aumentando la capacità di un milione di litri” ha detto la signora Oldne. Nel 2012 ha prodotto 550.000 casse di vino, mentre per il 2013 si prevede un aumento del 25%. L’azienda ha proposto 1.600 sessioni di degustazione ai consumatori e sta favorendo lo sviluppo del turismo del vino con visite ai vigneti e festival musicali presso la cantina. Queste attività stanno aumentando la clientela due volte più rapidamente tra le donne - soprattutto quelle economicamente indipendenti - rispetto agli uomini. A questo fine ha progettato un vino a basso contenuto di alcol, leggermente frizzante e più dolce rispetto agli altri della gamma. Sull’export il 5% della produzione va soprattutto in Giappone, Stati Uniti e Regno Unito, mentre quest’anno spera di espandersi in Africa, Cina e Russia. “In questa fase, le esportazioni non generano particolari entrate - ha spiegato Cecilia Oldne - ma sono importanti per costruire un marchio globale”. Attualmente il vino indiano esporta in 22 paesi del mondo.
- RPC, Yinchuan è destinata a diventare la capitale del vino spumante cinese
Secondo la testata “ChinaDaily.com”, Yinchuan, capitale della regione autonoma del Ningxia Hui, è destinata a diventare la capitale del vino spumante cinese. L’area ha, infatti, attratto importanti investimenti. La francese Moët Hennessy ha costruito una cantina e, dal 2014, proporrà un proprio spumante premium sul mercato locale. La regione, situata nel nord ovest della Cina, gode di una situazione climatica favorevole: forte insolazione, scarse precipitazioni e una sensibile escursione termica. I vigneti sono impiantati su terreni alluvionali composti per lo più di sabbia, scisto e piccoli ciottoli.
Il Fiume Giallo attraversa la regione e per di più ci sono molto laghi, pertanto non ci sono problemi per l’approvvigionamento idrico e per l’irrigazione dei campi. Ma Lvmh non è l’unica azienda ad aver investito nell’area. La Daylong Winery Co., un’impresa controllata dal gruppo thailandese Daysun, ha già impiantato 6.670 ettari di vigneto, con barbatelle provenienti dalla Francia e dall’Italia.
Per garantire la qualità, la densità non supera i 3.300 ceppi per ettaro e la resa massima è stata fissata a 75q/ha. Da quando il gruppo ha aperto la prima cantina a Yunchuan nel 2008, la compagnia Thai ha investito 600 milioni di yuan ($98 milioni) per sviluppare la sua attività nella regione.
“Nei prossimi 6 anni investiremo 1 miliardo di yuan nella nostra cantina - ha dichiarato Chen Deqi, il thailandese di origine cinese presidente del Daysun Group, “sia per il miglioramento della produzione e della logistica che delle strutture tecnologiche e di accoglienza”. La cantina Daylong è stata costruita a 5 metri di profondità e si estende per 5.200 metri quadri. Nella parte dedicata all’invecchiamento il vino riposa in 700 fusti di rovere, di varia capienza, importati dalla Francia. Le operazioni sono coordinate da 6 enologi francesi e il vino dopo 10/18 mesi viene commercializzato. In azienda lavorano 860 persone e una parte della produzione viene già esportata Polonia, Ucraina e Sud Corea.
Il Governo locale di Yunchuan ha previsto un piano per lo sviluppo di almeno 10 cantine di qualità nella zona. Inoltre, per sostenere l’industria vinicola ci sarà un’area dedicata alla sperimentazione e sarà costruito un Museo del vino. Attualmente nella regione i vigneti si estendono per 34.000 ettari e ci sono 77 aziende con una capacità produttiva di 179.000 tonnellate. Secondo il “Ningxia Forestry Bureau”, entro quest’anno, saranno impiantati 4.000 ettari di nuovi vigneti.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024