- Australia, bene solo la Cina e l’Asia
Secondo l’analista Mark Rowley, economista e capo del settore ricerche di “Wine Australia”, le prospettive dell’industria vinicola australiana rimangono negative con pochi segni di miglioramento nel prossimo futuro sia nel mercato domestico che nell’esportazione. Rowley ha fatto notare che le vendite globali sono in lieve aumento, tuttavia, il settore sta ancora soffrendo per i postumi della crisi finanziaria mondiale, che in Europa e negli Stati Uniti, ha portato i consumatori a snobbare i vini più costosi in favore di quelli meno costosi. A beneficiare di questo trend sono stati soprattutto il Cile che, nel 2013, ha aumentato le esportazioni del 23% e il Sud Africa, che è cresciuto del 34 %.
Nello stesso periodo, invece, l’export australiano è sceso del 2 %. L’unico Paese dove è andata bene è stata l’Asia, in generale, e la Cina, in particolare: le vendite asiatiche sono cresciute quasi del 7% l’anno, dal 2012. L’analista ha osservato che il reddito medio pro-capite nelle nazioni asiatiche è un sesto delle nazioni sviluppate.
“Sono società molto diseguali, in termini di diffusione del reddito,” ha detto Rowley. “In Cina ci sono 1,4 miliardi di persone delle quali 300 milioni consumano vino e 18 milioni bevono vino importato. I vini australiani rappresentano la metà del vino importato in Cina”.
Fonte: www.sunraysiadaily.com.au
- Usa, perché le aziende sono in vendita
Secondo gli analisti della Silicon Valley Bank (Svb), il 10% dei proprietari delle 646 cantine della Costa occidentale pensano di vendere l’azienda, entro 5 anni. L’indagine ha appurato anche che oltre 500 delle 4.989 aziende vinicole della California, Oregon e Washington, sono effettivamente in vendita come rilevava uno studio effettuato nel 2008. Nello studio 2014, quasi un terzo ha dichiarato che avrebbe venduto se il prezzo fosse stato sufficientemente remunerativo. La relazione Svb segue una serie di passaggi di proprietà in California negli ultimi mesi. Tra i più importanti, Pernod Ricard che ha accettato di comprare Kenwood Vineyards nella Sonoma Valley e il rivale Gallo che ha acquisito Ledgewood Creek Winery ed un vigneto nella Solano County.
Inoltre, c’è stato un accresciuto interesse per l’Oregon e per lo Stato di Washington nel 2013. Ciò ha comportato investimenti del Canada Aquilini Investment Group che ha recentemente acquisito Duckhorn Winery di Napa e 271 ettari di terreno per il vigneto nella Washington Red Mountain AVA, pagando $ 16 mln.
Secondo Svb, le motivazioni dei proprietari per la vendita sarebbe dovuto al gravoso impegno richiesto nella gestione piuttosto che alle difficoltà finanziarie. “Ci aspettiamo un piccolo rallentamento nel breve termine, ma prevediamo nei prossimi cinque anni ci saranno molte opportunità per gli acquirenti strategici di acquisire le etichette e le capacità produttive ma anche delle occasioni individuali di alto livello per trovare il proprio posto nel business dei fine wine”.
Fonte: www.decanter.com - www.svb.com/wine-report/
- Uruguay, il vino dichiarata bevanda nazionale
Il 10 giugno 2014 l’Uruguay, con un decreto presidenziale, ha dichiarato il vino “in tutte le gamme, le caratteristiche e tipologie”, bevanda nazionale. Il presidente dell’Istituto Nazionale del Vino (Inavi), José María Lez, ha detto che il provvedimento “aiuta il marchio Paese”. Lez spiegato che oggi i vini uruguaiani “hanno un importante riconoscimento”. Recentemente in Canada il vino uruguagio ha vinto dieci medaglie in Canada, quattro d’argento e sei d’oro.
“Questi premi aiutano a continuare a dare immagine e spingere il paese in avanti,” ha detto. Il decreto è stato sostenuto da molti tecnici del settore che hanno dato il loro apporto alla stesura. L’Argentina aveva già promulgato un decreto simile nel 2013. Nel caso argentino si afferma che è essenziale per ottenere il riconoscimento del vino come bevanda nazionale, la qualità e la composizione, considerandolo anche come parte integrante di una dieta sana e consumato con moderazione, secondo la posizione approvata dall’Ufficio internazionale della vigna e del vino (OIV). È decretato che tutti i prodotti enologici nazionali commercializzati sia sul mercato nazionale o estera, avranno un riferimento obbligatorio al vino come bevanda nazionale.
Fonte: www.180.com.uy
- Turchia, la vite difficile
La nuovo normativa sugli alcolici ha ulteriormente ristretto gli spazi commerciali del vino turco che sta perdendo terreno nei confronti di nuovi paesi produttori come Georgia, Moldova e Israele. Recentemente è stata annullata la manifestazione “Masters of Wine Weekend di Istanbul”, che aveva favorito la promozione del vino turco nel mondo e aveva attirato molti specialisti del settore.
Yunus Emre Kocabaşoğlu, l’organizzatore dell’evento, dopo quattro edizioni, ha dichiarato che, nel frattempo, i paesi concorrenti del settore, avevano imparato dalla Turchia. “La Georgia da anni si promuove con lo slogan, “La terra dove è nato il vino” e ora hanno acquisito anche il know how per svolgere eventi di qualità nella promozione del vino. Uno dei miei studenti, adesso, è al lavoro in uno dei progetti della Georgia. La Moldova ci ha contattato e ha voluto che organizzassimo un evento per loro. Inoltre, c’è anche una domanda da Israele”, ha detto Kocabaşoğlu. La Master of Wines Sarah Abbott attribuisce alle recenti modifiche legislative il recente calo delle esportazioni di vino. “Il sogno del vino turco è stato fermato. Il vino georgiano è ancora relativamente nuovo per il Regno Unito, ma le sue esportazioni complessive sono in piena espansione ... per loro è un simbolo di speranza, di rinnovamento, di civiltà e di prosperità. Anche se la cultura in Turchia è molto diversa, penso che il vino abbia questo ruolo di rappresentare una nazione, in pace con se stessa, e con l’esterno, e fiduciosa nel futuro”, ha detto Abbott che ha anche voluto sottolineare l’importanza del vino per il turismo culturale.
“I governi devono proteggere il benessere delle loro popolazioni, ed è giusto che la vendita di bevande alcoliche sia controllato. Ma il divieto di fare marketing del vino è inutilmente dannoso per tutto il settore vitivinicolo”. Un altro Master of Wines, Tim Atkin, ha deplorato che “una grande occasione è stata persa” con la cancellazione Masters of Wine Weekend.
“E’ un peccato che le politiche del governo stiano minando il settore in un momento in cui così tante persone vogliono degustare vini turchi. Come la cucina turca, i vini devono essere considerati come una risorsa per il Paes”, ha detto Atkin.
La legge che è entrata in vigore l’anno scorso, ha vietato la pubblicità e la promozione dei prodotti alcolici, e le insegne dei negozi che comprendevano marchi di bevande alcoliche. La nuova legislazione ha preso vigore dopo che il Primo Ministro Recep Tayyip Erdogan ha criticato il fatto che il rakı fosse comunemente ritenuta la bevanda nazionale turca, mentre lui ha elogiato le virtù dell’ayran, la bevanda tradizionale a base di yogurt.
Fonte: www.hurriyetdailynews.com
- Nuova Zelanda, 16 milioni di dollari per ricerca e sviluppo del settore vinicolo
Nei prossimi sette anni, la Nuova Zelanda investirà 16 milioni di dollari in ricerca e sviluppo del settore vinicolo. Lo ha comunicato Ministry for Primary Industries neozelandese che renderà disponibili 8,13 milioni dollari mentre altri 8,84 milioni verranno dal settore vinicolo. L’amministratore delegato dei New Zealand Winegrowers Phillip Gregan ha dichiarato che il Programma Wines Lifestyle mira a capitalizzare le nuove opportunità di mercato nel paese e all’estero.
“Quello che stiamo vedendo in giro per i mercati mondiali, sono consumatori interessati a vivere stili di vita sani mentre sta crescendo l’interesse e la preoccupazione su ciò che mangiano e bevono, a ciò si accompagna anche l’interesse per i vini a basso tenore calorico e alcolico inferiore: è questa la genesi del progettO”. Phillip Gregan ha detto che, a Wines Lifestyle, parteciperanno le aziende vinicole insieme ai ricercatori della Auckland University.
“I risultati e la ricerca saranno ovviamente messi a disposizione dell’intero settore, ma abbiamo bisogno di vigneti e cantine per condurre la ricerca. Le aziende partecipanti sono 16, dalle grandi alle piccole”. Phillip Gregan ha detto che il progetto di R&S è di migliorare la reputazione dei vini del Paese.
“Dato il profilo aromatico dei vini neozelandesi e data la reputazione per la qualità che abbiamo nei mercati internazionali, crediamo che ci sia una reale opportunità per l’industria del vino Nuova Zelanda conquistare una posizione di leadership nella produzione di vino meno alcolici e meno calorici. C’è un sacco di lavoro da fare per raggiungere l’obiettivo ma siamo molto ottimisti e fiduciosi che sarà un’altra freccia del nostro arco sui mercati internazionali”.
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