Va visto, caso per caso, per valutare l’effettivo impatto della Pac sul mondo del vino, ma il comparto può ancora contare su particolari attenzioni dell’Unione Europea. Nella Pac è stata inclusa l’Ocm unica, in cui si trova anche il vino: in ballo 960 miliardi di euro complessivamente, con l’Italia che può contare su 78,6 miliardi di euro. Così al convegno “Pac 2014-2020: quali opportunità per le aziende del vino” a “Wine2wine” il forum di Vinitaly, in collaborazione con Federvini ed Unione Italiana Vini, di scena il 3-4 dicembre a Verona (www.wine2wine.net).
“Nella Pac è stata inclusa l’Ocm unica, in cui si trova anche il vino - spiega Paolo Castelletti dell’Unione Italiana Vini (Uiv) - si cerca in questo modo di omogeneizzare le regole per tutto il settore agricolo. Sono in ballo 960 miliardi di euro complessivamente, con l’Italia che ha a disposizione 78,6 miliardi di euro, -6% sulla precedente Pac. In generale, i pagamenti diretti verso il viticoltore sono in riduzione, mentre salgono i finanziamenti perle misure di sviluppo rurale”.
“Regime di pagamento unico a favore del viticoltore, promozione prevista anche verso il mercato interno, la ristrutturazione dei vigneti, compresi i reimpianti che le Regioni possono permettere per cause sanitarie e i finanziamenti per l’innovazione del comparto vitivinicolo - commenta Francesca Bignami di Copa-Cogeca - sono le novità più rilevanti. Si tratta di investimenti materiali ed immateriali che conteranno su 1,1 miliardo di euro all’anno. Poi c’è anche l’annosa questione del nuovo sistema delle autorizzazioni per i nuovi impianti che entrerà in vigore nel 2016 e finirà nel 2030. Non ci saranno più i diritti ma le autorizzazioni gratuite e non trasferibili”.
“L’Ocm unica, nonostante il suo accavallarsi con la discussione per la Pac - afferma Felice Assenza, direttore generale delle politiche internazionali del Ministero per le Politiche Agricole - garantisce sostanzialmente gli stessi criteri al comparto vitivinicolo, nonostante la diminuzione delle risorse. Il comparto vitivinicolo, quindi, gode, quasi da solo, ancora di un “envelope” ad hoc. Nel merito delle misure, il Ministero ha scelto di continuare quelle sullo sviluppo rurale, come entrano le superfici vitate nel meccanismo dei pagamenti diretti. Da valutarne, anche caso per caso, l’impatto sul mondo del vino italiano. Non abbiamo, invece, aderito alla promozione verso il mercato interno, mentre fa parte delle misure prese dal Ministero la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, con quella prevista per motivi sanitari ancora in discussione. Nei pagamenti diretti sono state escluse, per merito della delegazione italiana, le aree ecologiche, perché le colture arboree rappresentano già uno spazio che va in quella direzione. I soldi che arriveranno dai pagamenti diretti verso i viticoltori - chiude Assenza - anche se non si tratta di grandi cifre, rappresentano comunque un sostegno in tempi di crisi come gli attuali”.
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