Il vino è stato, in ogni epoca, un grande motore di innovazione. Basta pensare ai metodi di trasporto, di produzione, di coltivazione della vite e così via. E anche questa epoca non fa eccezione, anche se l’innovazione coinvolge, soprattutto, la “post-produzione”, ovvero i servizi legati alla fruizione, alla distribuzione e alla vendita del vino. Grazie anche alle tante start-up che si sono lanciate nel mondo di Bacco. “In effetti, l’idea delle start-up non è una novità per l’industria vitivinicola”, spiega a WineNews Vincent Prêtet, ceo e fondatore del più importante acceleratore di impresa dedicato al vino, 33entrepreneurs, con sede a Bordeaux, che vede tra gli investitori nomi come Jean-Michel Cazes (Domaines Jean-Michel Cazes), Jean-Charles Cazes (Chateau Lynch-Bages) e Jean-Louis Triaud (Domaines Henri Martin), e che oggi avrebbe dovuto dare vita alla tappa di Milano del #33contest, il tour europeo a caccia di idee nei settori del vino, della gastronomia e del turismo, da trasformare in progetti di impresa, rinviata ad inizio 2015 a causa dello sciopero generale.
“Se si guarda agli ultimi 15 anni - spiega Prêtet - quasi 800 milioni di dollari sono stati investiti in giro per il mondo per alimentare l’innovazione, principalmente nel settore dell’e-commerce. E anche a prescindere da questi trend recenti, l’industria del vino ha sempre sposato l’innovazione. La cosa che colpisce, semmai - ed è questo che vogliamo promuovere - è la crescita delle start-up digitali, che stanno creando “distruzione creativa” in qualsiasi settore di business. E questo vale anche per il vino. Ecco le cifre: i nostri analisti di “WineTech” hanno monitorato oltre 500 start-up a livello globale, che stanno disseminando “distruzione creativa” all’interno dell’industria del vino, e che stanno avendo una crescita notevolissima, e puntano dritte al cuore di un mercato globale che vale, nel suo complesso, 250 miliardi di dollari”.
Idee che nascono in tutto il mondo, ed in particolare nella Vecchia Europa. “Nel 2014 abbiamo organizzato un totale di 14 contest in grandi città come Venezia, Londra, Lisbona, Barcellona, Parigi, Monaco. Abbiamo incontrato oltre 2.500 imprenditori, e abbiamo intervistato più di 200 start-up, 100 delle quali sono salite sul palco per proporre le loro idee nel nostro “#33contest” tour. E quello che abbiamo scoperto è che c’è molto talento dovunque in Europa, anche nelle piccole comunità locali. La maggior parte di questi talenti, però, non vengono considerati dagli investitori classici, come i “venture capitalists”, e noi siamo molto felici di poterli incontrare. #33contest è un tour “work in progress”, e abbiamo intenzione sia di espanderlo in Europa che di esportarlo negli Stati Uniti, per incontrare imprenditori americani disposti ad investire in idee di sviluppo su vino, cibo ed enoturismo. E devo dire, che oltre il 60% delle start-up si sta focalizzando sulla vendita online di vino, con servizi rivolti sia ai consumatori che alle imprese, mentre un ulteriore 20% si sta dedicando allo sviluppo di App per la fruizione del vino in mobilità”.
Un progetto che nasce in Francia, quello di 33entrepreneurs, ma che non guarda alla “nazionalità” delle idee, quanto alla loro bontà: “cerchiamo i team più promettenti, indipendentemente da dove vengano. Cerchiamo imprenditori laboriosi, ambizioni e guidati dalla passione, e forse stupirebbe sapere che una delle start-up a più alto tasso tecnologico viene dal Portogallo (e che gode persino del supporto del Massachusetts Institute of Technology), e che la “B2B eCommerce”, per esempio è guidata da francesi con base in Estonia. Cerchiamo persone che dimostrino passione in quello che fanno, con un sogno coraggioso e che siano disposti a farlo crescere con il nostro supporto”.
Un progetto giovane, quello di 33entrepreneurs, ma già in fase avanzata: “il 2015 per noi potrebbe essere un anno decisivo. Stiamo per firmare alcune partnership strategiche con player importanti sia in Francia che in altri paesi. Al momento stiamo organizzando la creazione di un secondo fondo di investimento, di dimensioni assai superiori al primo, e l’allargamento della platea dei nostri mentori, con l’obiettivo di averne 100 entro la fine dell’anno. Presto, inoltre, renderemo pubblici i nomi delle 6 start-up che entreranno nel nostro programma di accelerazione a febbraio 2014. Un secondo round partirà a settembre. il nostro programma di accelerazione è derivato direttamente dai famosi “TechStars Accelerators”, i cui metodi vengono usati parecchio, specialmente a HFarm Ventures a Venezia. Queste start-up seguiranno il nostro programma che si focalizzerà su tre punti chiave, ovvero “Prodotto, Clienti e Proposta”, quello che chiamiamo metodo Pcp. Il nostro team interno darà una mano ai tema selezionati nel processo di semplificazione del prodotto, e i nostri mentori si occuperanno dell’identificazione dei clienti: accesso, modelli di business, partnership e così via. La fase “proposta”, invece, serve per aiutare i team a capire quello che valgono realmente, e per aiutarli ad attirare le risorse di cui hanno bisogno per crescere velocemente e bene, per creare lavoro e generare valore per i clienti”.
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