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Che mondo sarebbe senza Nutella? Chiedetelo agli americani. Che vanno matti anche per “Nutella World”, il best seller di Gigi Padovani tradotto da Rizzoli uscito in Usa e già esaurito, ora in tour tra letteratura e Nutella party da New York a Chicago

Non Solo Vino
La cover di Nutella World di Gigi Padovani

Che mondo sarebbe senza Nutella? Chiedetelo agli americani. Perché se è vero che è entrata nelle case degli italiani nel 1964 e non se n’è più andata, e molti bambini italiani del Dopoguerra hanno assaggiato le prime barrette di cioccolata grazie ai soldati americani (troppo costose, da comprare), il paradosso vuole che oggi dei 700 milioni di dollari di fatturato che Ferrero realizza negli Stati Uniti la metà arrivino proprio dalla Nutella (che si pronuncia “new-tella” e non “natella”), e dopo Italia, Francia e Germania, l’America è il quarto mercato per la celebre crema spalmabile alle nocciole, sbarcata oltreoceano nel 1983 e da allora al centro di un successo incredibile. Ma ad affascinare i golosi a stelle e strisce è la storia stessa che c’è dietro questa vera e propria icona made in Italy, raccontata da Gigi Padovani in “Nutella World - 50 years of innovation”, best sellers tradotto da Rizzoli per gli Stati Uniti (dalla versione italiana “Mondo Nutella - 50 anni di innovazione”), già esaurito alla prima edizione in poche settimane, e in fase di ristampa, ora in tour con l’autore tra letteratura e Nutella party, da New York a Chicago, e di nuovo a New York. Dove oggi si presenta al pubblico di lettori e gourmet da Piada Nyc, alla Food Hall dell’Hotel Plaza.
Rispetto alla versione per l’Italia, “Nutella World” che il “Washington Post” descrive come “una storia travolgente sulla società che ha creato Nutella e sull’uomo che c’è dietro, Michele Ferrero”, non è solo una traduzione in inglese: Padovani (autore ad oggi di molte pubblicazioni dedicate all’universo del cibo, molte con la moglie Clara, e il cui blog www.nutellaworldbook.com, tra le curiosità, raccoglie la più ricca collezione di spot sulla Nutella e su Ferrero, ndr) ha riveduto ed ampliato il testo, con un capitolo dedicato all’internazionalizzazione del marchio.
“Ci sono alcuni marchi che trascendono la mera produzione - scrive il “Washington Post” - attraverso qualità intrinseche ed un abile marketing indirizzano la nostra devozione e le nostre sensazioni, che generalmente si riservano a figli, coniugi ed animali domestici. Basti pensare alla Coca Cola e ad Apple. E la Nutella è un membro degno di questo “Pantheon”?”. Per citare un dato su tutti, misura di popolarità e riportato anche dal quotidiano statunitense, in un solo anno, dall’agosto 2013 all’agosto 2014, circa 17 milioni di Tweets contenevano la parola Nutella.
Dopo la presentazione a New York alla Fondazione Casa Italiana Zerilli Marimò, legata all’Università di New York e molto attiva nel divulgare la cultura del Belpaese (Gianni Riotta, presente come relatore, ha definito la Nutella un indicatore della “nuova identità italiana”), e a Chicago da Eataly, in un Nutella Party domenicale con 600 appassionati e 30 kg di baguette, il tour oltreoceano del volume e del suo autore torna oggi nelle Grande Mela, e coincide con il National Italian American Heritage Month che si celebra iìogni anno in Usa. Ma “Nutella World” (Rizzoli Ex Libris. 308 pagina, 24,95 dollari) sta diventando un successo internazionale e verrà pubblicato anche in Olanda, Polonia e Corea del Sud.

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