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AL TOP LAFLEUR, LAFITE E MOUTON ROTHSCHILD, PETRUS CONVINCE MENO TRA I BIG

Bordeaux 2017: attese, conferme e mezze delusioni nei punteggi dei wine writer

Aspettando che gli Châteaux rendano pubblici i prezzi dell’annata 2017 en primeur, ecco le declinazioni migliori di un’annata difficile
Bordeaux, En Primeur, Rating, Mondo
Château Haut-Batailley a Bordeaux

Aspettando che gli Château di Bordeaux rendano pubblici i prezzi dell’annata 2017 en primeur, si possono già mettere in fila le declinazioni migliori di un’annata difficile ma ricca di sorprese, con i punteggi dei principali critici e wine writer, emersi dagli assaggi di queste ultime settimane, che hanno già dato forma ad una prima panoramica sulle etichette più attese, da tenere d’occhio, come racconta il magazine britannico “The Drinks Business”. Prima di tutto Château Lafite, rilasciato nel 2016 a 455 euro a bottiglia, e che viaggia su rating altissimi, che vanno dai 97-99 punti di Lisa Perrotti-Brown (The Wine Advocate) ai 97-98 di James Suckling. Tra i grandi di St. Emilion, spicca Ausone, uscito indenne dalle gelate della scorsa primavera, un anno fa a 588 euro a bottiglia, e con la 2017 accolta molto bene dalla critica (97-99 per Lisa Perotti-Brown, 96-97 per James Suckling). Non ha entusiasmato troppo Haut-Brion, che pur avendo evitato le gelate ha sofferto le piogge di settembre, non andando oltre i 95-96 punti per James Suckling. Diviso il giudizio su Cheval Blanc, che invece la grandine l’ha sofferta eccome, perdendo il 35% delle uve, con la fiducia accordata da James Suckling (97-98) che si scontra con i dubbi di Lisa Perrotti-Brown (93-95).
A contendere lo scettro di miglior espressione di Bordeaux 2017 a Lafite, c’è invece Mouton Rothschild, che sfiora la perfezione nei giudizi dei maggiori wine writer. Un vino solo al comando, però, non c’è, anche se merita più di una sottolineatura Lafleur, per Lisa Perrotti-Brown tra i 97 ed i 100 punti. Attesissimo anche Château Latour, che mette davvero d’accordo tutti: peccato che una delle più prestigiose si sia tirata fuori dalla contesa dell’en primeur, e che si dovrà quindi aspettare il 2020. Margaux, come appellation, ha sofferto molto la grandine, mentre Château Margaux se l’è cavata benissimo, ma non quanto Lafite e Mouton Rothschild. Da Pomerol, cresce di anno in anno l’appeal di Vieux Château Certan, anche grazie ad un prezzo a dir poco concorrenziale (nel 2016 arrivò sul mercato a 192 euro a bottiglia). Infine, Petrus, vera griffe di Pomerol, in una declinazione “rassicurante”, come l’ha definito Neal Martin, firma di Vnous, ma non all’altezza dei Premiers Crus.

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