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MERCATI EMERGENTI

Oltre i “big”, la crescita dell’export enoico passa per i piccoli mercati, come Lettonia e Polonia

Per crescere sui mercati esteri, il vino italiano deve guardare oltre le “solite” mete: Simply Italian Great Wines 2018 fa tappa in Lettonia (8 maggi
Iem, Lettonia, Polonia, Mondo
Ragazza con bicchiere

Se presidiare i grandi mercati del vino, Usa, Gran Bretagna, Germania, Canada e Cina, è un dovere, non perdere di vista i Paesi emergenti, spesso fuori dalle rotte classiche, può rivelarsi un’occasione enorme. E lo dicono i numeri, come quelli che certificano la crescita delle importazioni della piccola Lettonia: il Paese baltico, infatti, come racconta la managing director della International Exhibition Management, Marina Nedic, “ha registrato un incremento dei consumi di vino importato, tra gennaio ed agosto 2017, del +37,5% in valore e +36,6% in quantità sullo stesso periodo del 2016. In termini assoluti, 110,08 milioni di euro per 459.000 ettolitri”. Con l’Italia che guida la classifica dei Paesi esportatori con 31,81 milioni di euro per 133.000 ettolitri.
Ecco perché i Simply Italian Great Wines 2018, nella loro tappa in Est Europa, raggiungeranno proprio la capitale lettone, Riga, l’8 maggio, prima di tornare in Polonia, a Varsavia, il 10 maggio
. Il mercato lettone è in pieno trend bollicine, capitanato da Asti e Prosecco sul fronte made in Italy. Di minore impatto, ma in forte crescita, anche i vini fermi a denominazione, in particolare i rossi toscani, veneti e piemontesi (che pesano complessivamente 1,39 milioni di euro). Meno diffusi, ma in deciso incremento, i bianchi di qualità (0,51 milioni di euro, +43%) provenienti principalmente da Trentino Alto Adige, Friuli e Veneto.
La seconda tappa dei Simply Italian Great Wines Eastern Europe, come detto, raggiungerà il più grande mercato dell’Europa centro-orientale: la Polonia, con oltre 38 milioni di abitanti. “La costante crescita economica registrata negli ultimi anni ha aumentato il potere d’acquisto, affermando nuovi modelli di consumo e incentivando l’import enologico di qualità. Il vino è considerato un prodotto salutare e raffinato”, spiega Marina Nedic. Qui il mercato vinicolo è quasi interamente rappresentato dalle importazioni, che nei primi 8 mesi del 2017 valgono complessivamente 167,22 milioni di euro per 806.000 ettolitri (+12,8% e +11,4%).
L’Italia è seconda solo alla Germania fra i partner commerciali, con 29,14 milioni di euro per 118.000 ettolitri.
Il Prosecco si conferma il cavallo di battaglia dell’export tricolore: da solo vale quasi un terzo (5,5 milioni di euro) dei vini Dop venduti tra gennaio e agosto 2017, con un prezzo medio di tutto rispetto (4,03 euro al litro). Secondi per importanza, fra l’imbottigliato a denominazione, sono i rossi toscani (2 milioni di euro per 5.300 ettolitri), mentre l’Asti spumante impenna del +76,4% in valore e 96% in quantità (1,5 milioni di euro per 5.100 ettolitri). “Il mercato è dominato dalle vendite al dettaglio”, conclude Marina Nedic, sottolineando l’importanza di rapportarsi direttamente con gli operatori locali: “per i produttori di piccole e medie dimensioni e fascia medio-alta il canale d’accesso privilegiato al mercato è l’importatore/distributore specializzato. Esistono oltre 700 importatori”.

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