Le donne sono assaggiatrici migliori degli uomini. Questione di propensione naturale, corroborata da almeno due importanti studi scientifici. Il primo, del 2014, ad opera del “Sensory Science Testing and Research Centre” del Kent, in Gran Bretagna, dimostrò che la capacità di riconoscere e distinguere un’ampia gamma di sapori ed odori, nel vino come nel cibo, è sensibilmente più spiccata tra le donne. A confermare la teoria che vorrebbe il gentil sesso potenzialmente, e naturalmente, più portato alla critica enoica, c’è adesso lo studio della Universidad Politécnica de Madrid, condotto dalla dottoressa Caroline Chaya, che ha coinvolto in una degustazione alla cieca di sei vini 208 persone.
Il risultato, come ha raccontato al magazine britannico “The Drinks Business”, è che “in generale gli uomini hanno dato punteggi mediamente più alti sull’intera gamma di emozioni legate ai vini degustati, mentre le donne, stando su punteggi più bassi, hanno individuato differenze molto più marcate tra un vino e l’altro”. Così, come conferma lo studio pubblicato dalla rivista scientifica “Food Quality and Preference”, la gamma di aromi che una donna riesce ad individuare, e giudicare, è mediamente più ampia di quella degli uomini, ma non è tutto qui.
Anche l’età ha un suo peso, e se i consumatori più giovani sono anche i più critici, i più in là con gli anni tendono ad entusiasmarsi maggiormente, approccio che si riflette ovviamente sui punteggi, più alti tra i bevitori più maturi, più bassi tra i più giovani. Inoltre, come tendenza generale, la ricerca rivela che i vini con aromi fruttati e floreali suscitano emozioni più positive di quelli caratterizzati da note di liquirizia, chiodo di garofano e vaniglia: freschezza e bevibilità hanno la meglio su vini complessi e invecchiati.
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