Mercato strategico per il suo valore assoluto e come vetrina tra l’Est Europa e l’Asia, obiettivo a lungo termine, ma anche nell’immediato, visti anche i Mondiali di Calcio Fifa che richiameranno milioni di persone dal mondo (e l’attenzione dei media), la Russia è una meta determinante per il vino italiano. E se il Belpaese del calcio, come noto, non ci sarà con la Nazionale, a primeggiare sotto al Cremlino sono proprio i vini tricolore, che da soli, rappresentano un terzo di tutte le importazioni russe. Primato che proverà a rinsaldare anche “Solo Italiano 2018”, tour firmato da Iem-International Exhibition Management (http://iem.it/), che oggi a Mosca, ed il 6 giugno a San Pietroburgo, toccherà le due città simbolo della Russia, dove il trade è pronto ad accogliere i produttori del Belpaese. “Il mercato russo sta reagendo molto positivamente alla crisi economica e dei consumi che ha attanagliato il Paese negli ultimi anni - spiega Marina Nedic, Managing Director di Iem - e fra gennaio e novembre 2017 le importazioni di vino sono aumentate del +12,2% in quantità e addirittura del +37,6% in valore rispetto al 2016: poco più di 779 milioni di euro per 3,9 milioni di ettolitri”.
E ancora più incisiva è stata la crescita del vino italiano, che guida la ripresa del settore con il +37,9% in quantità e addirittura il +41% in valore. Da gennaio a novembre 2017 il Bel Paese ha venduto oltre 716.000 ettolitri di vino, pari a 222,58 milioni di euro: il 29% del valore complessivo delle importazioni enoiche. Lo Stivale si conferma primo partner commerciale del Paese, ma non deve abbassare la guardia: al secondo gradino la Francia sta recuperando terreno, con 141,26 milioni di euro (+38%) per 358.000 ettolitri (+35,1%), mentre la concorrenza spagnola paga ancora lo scotto di un prezzo medio davvero basso (1,15 euro al litro contro i 3,11 dell’Italia), ma resta primo esportatore indiscusso per quantità (1,1 milioni di ettolitri per 130,86 milioni di euro).
Grande alleato del vino del Belpaese in Russia, come sempre, è la ristorazione italiana, amata dai consumatori russi, che costituisce un canale privilegiato per valorizzare la qualità delle etichette made in Italy.
E buona parte della sfida, spiega Iem, si gioca nel rilancio del comparto spumanti. L’import totale di bollicine fra gennaio e novembre 2017 vale 118 milioni di euro (+39,9%) per 279.000 ettolitri (+31,2%), con un prezzo medio al litro di 4,25 euro (+6,7%). Un segmento dove l’Italia può fare molto di più. I rossi Dop sono un altro cavallo di battaglia su cui puntare. I toscani si confermano i più amati (6,9 milioni di euro), mentre il Piemonte registra una crescita imponente in valore (+90% con 2,2 milioni di euro) e un prezzo medio da competizione: 7,2 euro al litro. Cresce anche l’interesse per i vini veneti a denominazione: rossi (+45%, 1,9 milioni di euro) ma soprattutto bianchi (+77,4%, 2 milioni di euro).
Nelle due tappe di “Solo Italiano 2018”, protagonisti saranno i professionisti del settore (importatori, distributori, sommelier, canale Horeca), la stampa e i consumatori di alto profilo, grazie a un ricco programma di seminari, degustazioni guidate, workshop e walkaround tasting con le cantine partecipanti. In particolare, oggi a Mosca, protagonisti delle degustazioni guidate saranno il Consorzio Vino Chianti e l’Istituto Grandi Marchi (da Argiolas a Lungarotti, da Antinori a Masi Agricola, da Michele Chiarlo ad Umani Ronchi, da Pio Cesare a Tasca d’Almerita), ai quali, a San Pietroburgo, si aggiungerà anche quello del Prosecco Doc.
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